La movida ed un centro storico che piange: “Così il futuro è a rischio”

Deserto, depresso, vigilato (dalle forze dell’ordine) e impaurito. Il centro storico di Bari si presenta così ai suoi cittadini dopo gli ultimi Dpcm emanati dal governo Conte. Dalle 18 la chiusura di bar e ristoranti rende anonime alcune delle zone più frequentate soprattutto dai giovani, come le piazze Ferrarese e Mercantile, nonché il quartiere umbertino. Decisioni, quelle prese dal governo centrale, drastiche e che se da un lato puntano a limitare il numero dei contagi, dall’altro portano ridimensionamenti economici soprattutto alle attività legate al settore della ristorazione. Poca è la voglia di parlare in giro: facce cupe tra i passanti, sguardi rassegnati e arrabbiati quelli di responsabili e proprietari. Troppo è il timore legato al prossimo futuro: un secondo lockdown fa paura, con conseguenze che per la forza lavoro sarebbero decisamente imprevedibili. 

PRESENZE IN CALO. Martinucci, da almeno un lustro, è diventato uno dei principali punti di riferimento per giovani e famiglie, anche nel capoluogo pugliese. Partiti dal Salento come gelateria e pasticceria, nel territorio barese da qualche tempo sono presenti anche su Alberobello e Polignano a Mare, due delle principali mete turistiche prese d’assalto dai turisti. Pasqua Cesareo, responsabile Martinucci Bari e dipendenti, analizza in maniera lucida le difficoltà esistenti. La clientela resiste ma si è ridotta, il futuro è totalmente incerto.  “C’è un calo – afferma – del 90% delle prenotazioni. La gente arriva, ma il locale non si riempie più come prima e l’afflusso si è ridotto al 70%. Abbiamo già visto in passato qual è stata l’efficacia delle rassicurazioni, ma le strade sono deserte perché la gente ha paura. Temiamo per il nostro futuro”. 

REGOLE RIGIDE. Si al rispetto delle regole da parte di tutti, ma andare avanti – dopo una ripartenza subito in salita – diventa sempre più complicato. Così Rosanna Carella, proprietaria della rosticceria e panzerotteria Cibò: “Dopo la riapertura c’è stato meno lavoro, col decreto il peggioramento è stato ulteriore e notevole. Nel mio piccolo cerco sempre di imporre le regole vigenti ai clienti, facendoli sedere al tavolo, anche se c’è qualcuno che protesta. Ma io non ho alcuna intenzione di correre rischi. Eravamo quelli della notte, noi, aprendo alle 19.30. Adesso sarà ancora peggio. Tra il nostro pubblico non ci sono comunque solo giovani, ma anche le famiglie in prima serata”. C’è ‘però sintonia sull’ultima multa comminata ad un bar del centro storico per un caffé servito circa 20 minuti dopo il limite d’orario: “Credo sia stata una multa giusta. Tutti dobbiamo rispettare le regole, purtroppo. Io, a malincuore, ho mandato via due giorni fa delle signore, che peraltro erano di rientro da un concerto in una chiesa. Erano le 23.40, avrebbero consumato panzerotti. Prodotti che noi serviamo sempre a caldo, non ci sarebbe stato il tempo materiale per poterglieli offrire. Ma dovevamo chiudere. E ovviamente dispiace per il gestore vittima del provvedimento, tutta la mia comprensione. Tuttavia i decreti sono da rispettare”. 



EPPUR RESISTE. Il turismo, incredibilmente. Anche se con flussi e percentuali più che contenute e che nulla o quasi hanno a che vedere con il boom di arrivi registrato negli ultimi anni in città. Ecco spuntare una famiglia olandese seduta all’esterno della gelateria ‘Sandrino’. Quattro persone, chiome bionde ed aspetto relativamente tranquillo. “Siamo in Italia in vacanza – dicono – nonostante tutto. Eppure in Olanda la situazione è ancora più grave. Ma questo è un bel paese e soprattutto in una condizione migliore, abbiamo preferito non rinunciarci. A Bari ci torno per la seconda volta, fa sempre piacere. E stavolta abbiamo approfondito la conoscenza della Puglia visitando anche Alberobello e Polignano a Mare”. Tuttavia, non sfugge il clima di precarietà e desolazione che in giro si respira: “Noto ahimé strade con poche persone in giro da alcuni giorni. E’ sconcertante. Non so cosa ci riserverà il futuro, è imprevedibile e fa paura. Ma la salute è importante e va tutelata con ogni mezzo”. E la sensazione è che la notte – metaforicamente parlando – possa essere ancor più duratura della prima.

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