Sono tre i tipi di analisi cui ci si può o ci si deve sottoporre per scoprire se si è stati contagiati dal covid-19. Oltre al tampone, l’esame di laboratorio sulle mucose delle vie respiratorie naso/oro-faringeo anche detto test molecolare, ci sono pure il test sierologico rapido o “qualitativo” e il sierologico “quantitativo”.
Il tampone, a Bari come in tutta la Puglia, può essere effettuato dall’Asl, su chiamata/invito della stessa, o (come stabilito dal Dgr 652/2020) in uno dei laboratori privati accreditati alla rete Sars Cov 2. Chi deve sottoporsi a questo esame presso l’Asl non paga nulla, è tutto a spese del sistema pubblico. Chi infatti è entrato in stretto contatto con un ‘positivo’ viene chiamato dall’Asl, se la stessa riterrà che si sono verificati i criteri di un avvenuto ‘contatto stretto’, fisserà data e orario dell’esame. E’ bene sapere che ad essere chiamati, con il sistema di tracciamento dei contatti, ogni qualvolta viene accertato un caso positivo, sono coloro che – per motivi familiari o di lavoro o sociali o altro – abbiano avuto il contatto, con la persona risultata positiva, nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi e sino alla diagnosi del positivo. Da tener presente che per contatto ‘stretto’ si intende quando l’eventuale positivo al coronavirus è stato vicino a una o più persone a meno di un metro, per più di 15 minuti e senza nessuno dei dispositivi di protezione individuale idonei (dpi).
La Giunta della Regione Puglia, il 21 ottobre 2020, ha comunque stabilito che chi volesse sottoporsi all’esame del tampone, di sua iniziativa e per sua personale sicurezza o per altre ragioni, potrà farlo in un laboratorio privato accreditato, pagando la tariffa massima di 80 euro. Per la stessa analisi, qualche settimana fa, qualcuno chiedeva 175 euro. Ad oggi però manca il nulla osta della Regione per cui, di fatto, se ci si rivolge ad un laboratorio privato si rischia di pagare più di 80 euro.
Sottoporsi agli altri due esami si può, sempre in maniera volontaria presso un laboratorio privato. Anche in questo caso, però, la spesa sarà a totale carico dell’utente, ma a cifre un po’ più contenute. Salvo diverso parere del medico di famiglia o del pediatra, può farlo chiunque laddove si abbia un sospetto o un timore,
Ma quali differenze ci sono tra il test sierologico rapido e il sierologico quantitativo? Innanzi tutto nella quantità di sangue prelevata. Per il ‘rapido’ basta una goccia da un dito per rilevare la presenza di eventuali anticorpi specifici, mentre per il sierologico quantitativo è necessaria una provetta di sangue prelevato da vena per dosare, in maniera specifica, le quantità degli anticorpi prodotti nel caso in cui il nostro organismo fosse venuto a contatto con il coronavirus. Tra questi due esami, dicono gli esperti, quello più affidabile è il sierologico quantitativo a cui, in caso di positività, deve sempre seguire il tampone per la conferma.
E qual è la prassi da seguire se un cittadino volesse sottoporsi volontariamente ad uno degli esami del sangue, anche solo per stare tranquillo? Prima di tutto l’interessato deve contattare, comunque, il proprio medico di famiglia. Se il professionista sarà d’accordo sull’effettuare l’esame (potrebbe ritenerlo non necessario in base ad alcune domande che vi porrà, ndr) dovrà prescrivere l’analisi specifica. Senza la prescrizione nessun laboratorio privato potrà eseguirlo. Bisognerà poi contattare un laboratorio a propria scelta e fissare data e ora del prelievo. Per i tempi di attesa dell’esito il primo è quasi immediato, circa un’ora, per il secondo dalle 24 alle 48 ore al massimo.
Da una piccola indagine da noi effettuata tra i laboratori privati presenti a Bari che effettuano il test sierologico quantitativo i costi variano da un minimo di 22 ad oltre 50 euro, stessa cosa dicasi per il rapido. I tempi di attesa sono invece quelli standard a livello nazionale. Il mercato del prezzo è libero e vario come si può notare, ma potrebbe essere ridimensionato. Ci chiediamo come mai la Regione o la Presidenza del Consiglio dei Ministri o il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 non abbiano, sino ad oggi, pensato di fissare un prezzo massimo per tutti esattamente come avvenuto, ad aprile scorso, per le mascherine con una ordinanza del commissario nazionale o più di recente in Puglia per il tampone con un Dgr.
A nostro parere – quello di far abbassare i costi di questo tipo di esame – sarebbe un modo per contribuire ad arginare la diffusione del virus poiché sicuramente più persone volontariamente si sottoporrebbero al test evitando di congestionare le linee telefoniche del 118 e del numero verde 800.713931 del sistema di sorveglianza e contact tracing (in italiano tracciamento dei contatti) e per il prelievo con tamponi per cui si ridurrebbero pure i tempi e le lunghe file di attesa. I primi a sottoporsi al sierologico quantitativo a prezzo più basso, ne siamo certi, sarebbero i docenti e il personale non docente che al momento è fermo ad un unico controllo effettuato prima dell’avvio dell’anno scolastico in corso.
Anna Caiati