Il colossale monumento che l’associazione “Una Statua per San Nicola” intende erigere al santo di Myra non entusiasma tutti. Anzi, la stampa e i social si stanno inondando di critiche espresse da cittadini, professionisti e gruppi contro un’opera ritenuta inopportuna sotto ogni punto di vista. La statua, prevista all’interno del porto e alta 70 metri incluso il basamento, cambierebbe in maniera invasiva lo skyline di Bari e sarebbe visibile fino a 20 km di distanza: non di certo roba da poco. Per non parlare poi della commistione tra finalità religiose, turistiche e commerciali alla base del progetto, che farebbe pensare alla più grande operazione di lucro mai concepita sulle spalle del povero santo (naturalmente dopo il furto delle reliquie).
«Fermiamo la costruzione dell’inutile colosso di San Nicola a Bari!» è il titolo della petizione lanciata dalla sezione barese dell’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) sul sito Change.org. L’istanza, indirizzata al sindaco Decaro, al Consiglio comunale e alla Soprintendenza, boccia senza mezzi termini il progetto e chiede che questo non abbia un seguito.
«Un mastodontico pugno nell’occhio, degno di altre epoche e altre mentalità» lo definisce l’Uaar Bari, che tuttavia non vuole in nessun modo disprezzare o ridicolizzare il culto religioso. Si legge infatti nel testo della petizione: «Non si tratta di contrastare la devozione: i fedeli hanno già la Basilica, con la statua del Santo nel piazzale e tre giorni di festeggiamenti in maggio. Questa colossale costruzione, invece, si impone a tutti e rappresenta un colossale spreco di denaro, che di questi tempi è un vero schiaffo ad altre priorità. Un colossale TRASH che ci renderà ridicoli agli occhi del mondo: il Mega San Nicola non sarà certo la Statua della Libertà e non servirà affatto per attirare turisti stranieri».
Un’altra petizione, sempre su Change.org, è stata promossa dall’associazione Murattiano per fermare «l’orrore del progetto di costruire una statua di San Nicola a Bari dell’altezza di 70 metri. Disporre del suolo pubblico per un progetto privato che violenta il profilo della città in prossimità del mare crea un precedente pericoloso, con un’opera peraltro di cattivo gusto. Il Comune di Bari intervenga per impedire tale scempio!».
A prendere le distanze dalla faraonica iniziativa è anche il gruppo Facebook “Comitato di liberazione delle palme”, che conta oggi quasi 900 membri ed è rappresentato dall’architetto Gianvito Spizzico. La community, nata per difendere il progetto di restyling di via Sparano, per l’occasione è stata prontamente ribattezzata in “Giù le mani da San Nicola – No alla Statuona. #nicolexit”.
«Bari può contare su tante altre risorse oltre al suo santo patrono. Non è possibile che si ricorra a San Nicola praticamente in ogni ambito, anche quando si devono intitolare nuove infrastrutture o si deve promuovere la città. Manca solo una moneta tutta barese da chiamare Nicolexit» dichiara Spizzico, con quella dose costruttiva di ironia che contraddistingue il suo gruppo. «L’opera proposta risulterebbe del tutto fuori misura e slegata dal contesto urbanistico. Sarebbe oltraggiosa verso la tradizione iconografica nicolaiana e costituirebbe una mercificazione senza precedenti dell’immagine del santo».
Critiche ancora più aspre arrivano dall’architetto Arturo Cucciolla, il quale accusa l’associazione promotrice di aver trovato un espediente per ottenere visibilità a tutti i costi, imponendo alla città un’opera indesiderata, indegna e completamente anacronistica nel suo genere. Conclusioni non troppo azzardate, considerando che il monumento dovrebbe essere finanziato dalle sole offerte dei fedeli, e che dunque sarebbe dedicato ampio spazio alle targhe di ringraziamento.
Assecondano la linea dura il Comitato Parco del Castello, che stigmatizza la statua come «inutile, ingombrante e pericolosa», e Rossella Ressa, vice capo delegazione Fai Bari, che parla di «uno scempio del paesaggio e un’operazione commerciale in nome del santo».
La validità del progetto inizia ad essere discussa persino all’interno delle istituzioni. La consigliera comunale Micaela Paparella, delegata alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e architettonico, ha protocollato ieri una richiesta di notizie e chiarimenti che sarà perfezionata durante il prossimo question time del Consiglio comunale. Come riporta il documento, l’idea di realizzare un’opera di così grande impatto «sta destando una forte preoccupazione ed enorme perplessità da parte dei cittadini e delle associazioni ambientaliste e non».