Erano falsi i servizi su “Striscia la notizia”. Condannati Mingo e la moglie

I servizi televisivi per Striscia la notizia? Falsi. Almeno in quattro occasioni. Così il Tribunale di Bari ha condannato a 1 anno e due mesi di reclusione Domenico De Pasquale (in arte Mingo) e Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui il marito Mingo era socio) per i reati di truffa, falso e diffamazione.  La Procura aveva chiesto 2 anni e 8 mesi.

Secondo l’accusa Mingo, ex inviato barese di Striscia la Notizia, avrebbe truffato Mediaset con la complicità della moglie facendosi pagare alcuni servizi relativi a vicende inventate ma spacciate per vere, e ottenendo anche il rimborso di costi non dovuti per figuranti e attori.

Gli imputati sono stati ritenuti responsabili di quattro truffe relative ad altrettanti servizi inventati, realizzati per il tg satirico, andati in onda tra il 2012 e il 2013. Per altri tre episodi è stata dichiarata la prescrizione, come per le presunte simulazioni di reato, e per altre tre truffe e una contestazione di calunnia il Tribunale ha assolto nel merito gli imputati “perché il fatto non sussiste”.
Mingo è stato condannato anche per aver diffamato, nel 2015, gli autori di Striscia la notizia, accusandoli di essere gli “ideatori dei falsi servizi”.

Alle costituite parti civili, Mediaset, Antonio Ricci e altri nove tra autori e produttori della trasmissione, gli imputati dovranno risarcire i danni. Per quattro persone, inoltre, il Tribunale – su richiesta del pm – ha disposto la trasmissione alla Procura dei verbali delle dichiarazioni per “eventuali iniziative di sua competenza”.

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