Sono pronti a dar battaglia, per evitare che via Amendola, una delle strade di Bari più interessate dal traffico veicolare, venga ulteriormente congestionata. Sono i componenti dei Comitati di quartiere “Executive” e “Salviamo Via Amendola”, promotori di una petizione, reperibile su change.org, che online ha già raggiunto le 459 firme, alle quali vanno aggiunte le adesioni raccolte in giro per la città, per un totale superiore alle mille unità.
Nel testo del documento, le richieste indirizzate al Comune del capoluogo pugliese ed ai maggiorenti di Rfi- rete ferroviaria italiana. Tema del contendere, i due parcheggi di scambio, previsti dal piano per la mobilità, che, al termine dei lavori che stanno interessando la grande arteria cittadina, dovrebbero sorgere rispettivamente alle spalle dell’Executive Center (600 posti) ed in via Sette (altri 200 posteggi). Nei paraggi, dovrebbe esserci la nuova stazione, destinata a rappresentare anche una delle fermate della metropolitana di superficie.
Questo progetto, secondo i residenti, non farebbe altro che peggiorare la situazione della viabilità in zona, già largamente compromessa. Le richieste di chi si sta battendo per evitare questo scenario sono scritte, nero su bianco, nell’istanza presente su Internet, già trasmessa anche al sindaco Decaro.
Per i comitati, la soluzione più idonea sarebbe lo spostamento “della stazione della nuova tratta nel polo ferroviario di Mungivacca, nelle vicinanze dell’Ikea, con annesso parcheggio comunale già esistente, che può ospitare 500 vetture. Tale struttura potrebbe fungere da zona di scambio intermodale e da punto di sosta per i pullman delle Ferrovie Sud Est.”
In tal modo, in via Amendola verrebbe preservato il parco, attualmente presente all’interno dell’Executive, con la possibile realizzazione di un piccolo parcheggio di mobilità sostenibile, di massimo 20 posti. La soluzione invocata, invece, per il posteggio previsto tra via Sette e via Tridente è “l’interramento o, in subordine, la divisione della superficie in parti eguali tra verde pubblico e posti auto.”
I rappresentanti delle organizzazioni di quartiere chiedono alle istituzioni un confronto sulla questione in tempi ragionevoli, senza escludere, qualora non fossero ascoltati, nuove forme di protesta, comprese eventuali manifestazioni di piazza.