“Ci hanno dato il giocattolo, ma non ci hanno spiegato come funziona”. Sono le parole di molti medici di medicina generale, costretti a navigare ” avista” sulla piattaforma Giava. La piattaforma Giava e’ quella che da lunedi scorso consente ai medici di base di prenotare i tamponi molecolari per i propri assistiti bypassando il Dipartimento, di fare tracciamento, emettere provvedimenti di fine e inizio isolamento, seguirli nel percorso di guarigione e di certificarne l’avvenuta negativizzazione . La piattaforma non e’ intuitiva e molti medici, soprattutto quelli anziani che non hanno confidenza con le tecnologie, hanno difficolta’ ad usarla e temono di commettere errori che potrebbero ritorcersi contro se stessi cliccando magari su un tasto sbagliato. Carlo Sarnataro, medico di famiglia, che si destreggia da anni sul web per vocazione personale, ha capito come funziona ed a lui si rivolgono molti colleghi che si trovano in panne. Tanto e’ vero che sul suo sito www. sarnataro.com cerca di spiegare il funzionamento della piattaforma. Ma il problema e’ a monte: il Dipartimento, prima di attivarla, avrebbe dovuto formare i medici con dei brevi corsi in modo da facilitarne l’uso e rendere loro il lavoro piu’ semplice e sicuro. Ma niente di tutto questo e’ stato fatto a parte l’ammirevole iniziativa di un paio di sindacati. Chi ne paga le conseguenze? Nessun dubbio: gli assistiti