Una manifestazione partecipata, promossa dalle partite Iva dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia. La folla, di 2-300 persone, che si è radunata questa mattina in piazza Prefettura, ha chiesto a gran voce di poter tornare a svolgere il proprio lavoro in tutta sicurezza. In piazza, lavoratori del settore della ristorazione, del wedding e dell’intrattenimento, oltre ad ambulanti, piscine, palestre e scuole di danza. Un susseguirsi di voci che chiedono aiuto, messe in ginocchio dal Covid.
Tra i partecipanti, anche il noto attore Nicola Pignataro: “Sono proprietario di un pub, a Bari, oltre che direttore artistico del teatro Purgatorio da 25 anni. Sono qui in rappresentanza di tutti gli artisti, e mi rincresce non vederne molti, in questa giornata. Secondo me, chi in questo Paese ha di più, i pochi miliardari e chi continua a guadagnare nonostante la situazione sanitaria, dovrebbe sacrificarsi per tutti gli altri, cedendo una piccola percentuale dei suoi guadagni. Così non si può andare avanti, il mio teatro è a forte rischio chiusura. E siamo in tanti ad essere in queste condizioni, in Italia.”
Nella dimostrazione di piazza, presenti anche i rappresentanti del mondo degli operatori commerciali delle feste patronali. Alessandro Margarito, di Ana Ugl Puglia, annuncia: “Quello di oggi è solo un antipasto. L’11 febbraio, a Roma, ci sarà una protesta nazionale del nostro settore, alla quale aderiremo. Ci sono oltre seimila famiglie sul lastrico, in tutta la Penisola, la politica deve ascoltarci”.
Felice per la buona riuscita del sit-in, uno degli organizzatori, Michelangelo Balzano, ristoratore: “Questa gente ha bisogno di risposte dal governo. È un anno che cerchiamo di dialogare, uniformandoci alle direttive governative. Non si capisce perché possano rimanere aperti i ristoranti degli hotel, o gli autogrill, ma noi no. Abbiamo la stessa licenza, facciamo lo stesso. Quello di oggi è un passaggio importante. La politica deve ascoltarci. Altrimenti, apriremo tutti le nostre attività il 14 febbraio prossimo, rispettando le regole del distanziamento sociale. Le nostre famiglie non possono morire di fame. Vogliamo lavorare.”
Tra le forme di lotta proposte, anche uno sciopero nazionale delle partite Iva, da attuare il 10 marzo. Una porzione minoritaria dei manifestanti, preceduta dallo striscione “Emiliano dimettiti” ha temporaneamente invaso la sede stradale attigua alla Prefettura, bloccando il traffico veicolare su corso Vittorio Emanuele. La situazione, dopo qualche tensione, è tornata alla normalità.