Loseto, i sette piani dimenticati per rilanciare il quartiere. E resta il “caso tralicci”

Non c’è soltanto una metropolitana incompiuta a rappresentare i problemi di un quartiere periferico come Loseto. Un tempo Comune autonomo, a partire dal 1928 diventa frazione di Bari (grazie all’allargamento del nucleo cittadino allora voluto dal fascismo, anche in altre parti d’Italia), dal 1970 quartiere. Qualche timido progresso in questi anni c’è stato, ma una costante mai è mancata: quella di sentirsi spesso abbandonati dalle istituzioni centrali.

PIANO DI INTERVENTI. La zona conta 5mila abitanti da quando, a partire dalla fine degli anni Ottanta, all’ormai noto centro storico si sono unite palazzine moderne, che hanno accolto gente proveniente da altri quartieri della città o comuni limitrofi. Ma da allora sono davvero pochi i servizi che sono arrivati e, in qualche caso, hanno chiuso. Per fare un esempio clamoroso: è almeno un quinquennio che il quartiere è sprovvisto di un’edicola. Forse parliamo di un caso unico in tutta Bari. Ma ci sono anche altri progetti che, da tempo, chiedono una profonda analisi e riflessione. Il piano della programmazione triennale delle opere pubbliche – la cui ultima versione, per il triennio 2020-2022, è stata adottata dalla Giunta comunale con deliberazione n. 812 del 6 novembre 2019 – prevedeva la realizzazione di 7 interventi specifici che riguardavano la realizzazione del 2° e 3° lotto del giardino nell’area chiesa del Salvatore, lavori di completamento ed ampliamento della nuova area cimiteriale di Loseto, la realizzazione di due rotatorie tra via Nuzzi e Trabaccolanti e la via Trisorio Liuzzi, un  intervento di recupero dell’edificio rurale (situato vicino la chiesa nuova ed abbandonato) in Loseto da destinare ad attività di aggregazione sociale (progetto Sisus), il completamento a verde attrezzato giardino don Vito Marotta ed un polivalente di Loseto (1° e 2° stralcio) che includono asilo, scuola materna, elementare e media. Alcuni di questi progetti, come quello scolastico, hanno una vita perfino decennale (si parte dal 2005, con vari slittamenti ed anche una successiva posa di una prima pietra che è sempre rimasta tale). In altri casi, la realizzazione degli stessi servirebbe per garantire una migliore viabilità stradale, alla luce dei vari incidenti (soprattutto sulla Trisorio Liuzzi) capitati in questi anni. Altri ancora, per ridare lustro e soprattutto vita ad uno dei cosiddetti ‘quartieri dormitorio’. Dove spesso la gente è costretta a rifugiarsi nelle vicine Ceglie e Carbonara, oppure nei paesi limitrofi per le più svariante esigenze. “Se venissero realmente realizzati questi interventi – dichiara Vito Angiulli, presidente del comitato esecutivo di quartiere – Loseto cambierebbe il proprio volto, purtroppo se diamo un’occhiata all’evoluzione storica della programmazione degli stessi, ci accorgeremmo tristemente che essi sono solo promesse, spesso formalizzate in occasione delle consultazioni elettorali, che vengono poi costantemente rinviate nel volgere degli anni e delle consiliature”. E che un seguito effettivo mai lo hanno. Ma solo rinvii, promesse ed ancora rinvii.

In lontananza, i tralicci che passano da alcuni complessi residenziali di Loseto

ALTA TENSIONE. Un altro caso spinoso, poi, è quello dei tralicci. Da sempre, un apparato piuttosto esteso passa da parte dei centri abitati della zona nuova, soprattutto quella riservata alle case popolari. Con inevitabili rischi per la salute e, si sospetta, aumento di tumori. “C’è un serissimo problema di salute pubblica – commenta Angiulli – rappresentato dalla prossimità di elettrodotti ad altissima tensione, distanti solo una sessantina di metri dalle case popolari. Con la deliberazione n. 410 del 20 giugno 2018 la Giunta ha approvato lo studio di fattibilità con conseguente potenziamento della dotazione economica affinché la realizzazione di un terzo lotto del giardino consentisse anche l’allontanamento degli elettrodotti e successivamente, con deliberazione n.442 del 23 maggio 2019 (in prossimità delle elezioni) aveva approvato la convenzione per la redazione di uno studio di dettaglio dell’intervento previsto con La società Terna. Stiamo aspettando”. La Terna avrebbe il compito di dare vita a tutti gli approfondimenti del caso, individuando una soluzione al problema dei circuiti elettrici, la sua fattibilità e soprattutto modi e tempi di realizzazione. Lo studio di fattibilità e la convenzione approvate in tal senso, con potenziamento dei fondi economici, non ha poi visto alcun seguito sul piano amministrativo. Ora, l’auspicio, oltre alla ricezione della somma, è quello di affidare e completare, entro il maggio 2021, la progettazione definitiva dei due Lotti da condurre in maniera partecipata con il coinvolgimento dello stesso comitato citato, che è stato referente del Pug e dei cittadini di Loseto. Date che, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, rischiano ulteriori slittamenti. Il comitato, è bene precisarlo, non appartiene a nessun tipo di schieramento politico, ma si batte per dare al quartiere – questo lo scopo –  un futuro migliore, in modo tale che possa diventare un punto di riferimento sempre più importante e sentito da parte di tutta la comunità. Al momento non è sempre cosi. “Quale comitato – conclude Angiulli – abbiamo oramai preso confidenza con gli strumenti tecnico-amministrativi della programmazione dell’area Metropolitana, del Comune e dei suoi Municipi e pertanto speriamo che le proposte da noi formulate risultino coerenti con quanto la Pubblica Amministrazione ha programmato e prevede di programmare. Resta il fatto però, che in questo quinquennio, le nostre proposte, pur ascoltate, condivise, talvolta lodate per competenza e completezza, sono sempre oggetto di ritardi e rinvii, al punto da doverci porre il dubbio: “gli atti di programmazione sul nostro territorio sono emessi nell’intento di essere poi rispettati o sono solo eleganti modi per prendere in giro i cittadini?”.

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