Gestione fallimentare della pandemia. È con questa pesante accusa che i sindacati medici pugliesi puntano il dito contro il presidente della Regione Michele Emiliano e contro l’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco.
Le sigle sindacali questa volta non si sono limitate a un mero attacco via social o attraverso comunicati stampa, ma hanno scritto direttamente al ministro della Salute Roberto Speranza per chiedere l’invio nelle strutture ospedaliere pugliesi, e in particolare di quelle nella città metropolitana di Bari, dei carabinieri dei Nas.
Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Fp-Cgil Medici e Fassid, Fed-Cisl, Cimo-Fesmed, Uil Fpl medici e Fvm e Medici Veterinari Dirigenti Sanitari (queste le sigle sindacali che hanno sottoscritto la richiesta) chiedono al ministero di fare ispezioni sui livelli di tutela della salute e della sicurezza delle strutture ospedaliere. La denuncia è forte, senza mezzi termini: “Non è mancanza di fiducia nelle Istituzioni, ma la constatazione di un fallimento”.
La lettera a Speranza arriva immediatamente dopo il periodo più buio della terza ondata in Puglia. Infatti, nelle scorse settimane c’è stato un vero e proprio picco con più di 2mila nuovi contagi al giorno e un tasso di positività ben al di sopra della media nazionale. I trasferimenti in altre province dei malati covid a causa della saturazione delle strutture ospedaliere, la difficoltà di entrare in contatto con l’Asl per essere sottoposti a un tampone, i dati dei decessi superiori alle altre regioni (soprattutto nella provincia di Bari) e la confusione sulla gestione della campagna vaccinale: sono tutti punti che hanno spinto al limite la pazienza dei medici e degli infermieri pugliesi.
“La gente e gli operatori sanitari pugliesi meritano rispetto – scrivono i sindacati dei medici nella nota – e soprattutto meritano rispetto i nostri malati e i nostri morti”. Pierluigi Lopalco ha già risposto alle accuse ricevute, sostanzialmente negandole. Secondo l’assessore alla Sanità della giunta Emiliano, in Puglia ci sono spiragli di ripresa che fanno essere ottimisti. Quando si tornerà in una fascia di rischio più bassa, secondo l’epidemiologo, la Puglia potrà permettersi aperture anticipate rispetto alle altre regioni proprio in virtù dei sacrifici fatti.