È passato oramai un anno dall’arrivo di questo brutto nemico invisibile che ha sconvolto la vita di tutto il mondo.
Dopo un lungo periodo di chiusura le scuole sono state riaperte per poi essere nuovamente chiuse.
Solo per pochi giorni abbiamo assaporato il suono della campanella, seppure con le tensioni del ritardo , delle note per la mascherina non indossata bene o per l’inosservanza delle norme Covid, o la paura di un raffreddore che sempre ci accompagna in questi periodi freddi – e magari è solo un semplice raffreddore!
Sono stati giorni felici pochi ma belli, trascorsi con i miei nuovi e vecchi compagni.
E’ stato bello conoscerli ed incontrare quelli con cui già avevo trascorso ben 5 anni alle elementari.
E’ bastato poco per sentirmi già parte di un gruppo, la classe 1 E!
E poi la scuola così bella sembra un college, palestra, laboratori, armadietti… no , quelli non piu’! Che delusione!
L’emozione poi di conoscere i nuovi professori, i temuti prof. della scuola media!
E poi…di nuovo a casa!
L’organizzazione cambia e i timori riguardanti la DAD. Avevo paura che i docenti sarebbero stati severi con la nuova modalità e invece, per fortuna, sono stati molto comprensivi con noi alunni: i collegamenti che vanno e vengono, i microfoni attivi, le videocamere sempre puntate ed attive a dimostrazione che sei attento e che non copi da qualche parte. E poi l’utilizzo dei vari programmi mai usati sin’ora: una nuova esperienza.
Anche noi siamo comprensivi con loro: non è facile organizzare le lezioni, condividerle, interrogare , correggere e tenere attiva una classe attraverso uno schermo.
Una cosa positiva è sia quella di alzarsi più tardi, perché le lezioni incominciano 20 minuti dopo l’orario previsto in classe e sia quella che le pause sono previste tra una lezione e l’altra, per evitare stanchezza da monitor.
È inevitabile, però, pensare che se fossimo stati tutti in presenza avremmo svolto tanti progetti creativi che non si possono eseguire in Dad. Avremmo fatto laboratori, gare delle conoscenze come la gara dei verbi, compiti di realtà e tante altre belle iniziative per imparare divertendoci, accompagnati dalla visione di alcuni film. La scuola non è solo imparare i concetti, la storia, le varie discipline ma è imparare con gli altri e grazie agli altri: e’ condivisione. Come quando da piccoli ci dicevano di condividere un gioco con un amico.
Talvolta riusciamo a fare classe ma sempre con uno schermo di mezzo!
Questa situazione mi ha comunque insegnato a riconoscere il valore delle cose che prima mi sembravano scontate.
La speranza e’ di ritornare al più presto alla normalità per ritrovarci tutti, sia pure, per ora, con la mascherina!
Benedetta Buono, 1^E scuola secondaria I grado, IC “Japigia 1 – Verga”