Mentre nell’hub vaccinale della Fiera del Levante va in scena l’ennesimo giorno di caotiche code, arriva la dura presa di posizione delle organizzazioni rappresentative dei medici di famiglia pugliesi, che in una missiva inviata al sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro hanno richiesto di essere sostenuti maggiormente nel loro impegno per la campagna di immunizzazione della popolazione dal Covid.
La lettera, firmata dall’intersindacale composta da Cgil, Smi, Snami, Simet ed Ugs, prende le mosse dalla richiesta espressa pubblicamente dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che negli incontri della scorsa settimana con i sanitari di prossimità aveva richiesto loro di “svuotare i frigoriferi.”
Nel testo inviato al primo cittadino del capoluogo pugliese si legge: “Chiedere ai medici di svuotare i frigoriferi fa ridere. I vaccini sono custoditi altrove e distribuiti col criterio dell’amico dell’amico. Anzi bisognerebbe chiedere quale criterio è stato adottato nella distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia.”
I sindacati, infatti, rilevano un trattamento diseguale all’interno della categoria: “Perché alcuni medici hanno avuto un numero notevole di dosi, mentre altri pochissime? Perché ai medici che hanno dato la disponibilità a vaccinare fuori dai propri studi i pochi vaccini sono stati dispensati molto tempo dopo averli distribuiti agli altri? In un momento come questo c’è bisogno di tutti ed il sostegno dei sindaci può essere di grande aiuto.”
Le organizzazioni dei lavoratori, rivolgendosi a Decaro, proseguono sottolineando di aver “apprezzato molto la sua disponibilità riguardo alla soluzione degli hub a Bari per consentire ai medici di famiglia di partecipare compiutamente alla campagna vaccinale.” Questi professionisti, infatti, con il giusto supporto da parte delle Asl “possono essere decisivi per vaccinare più gente nel minor tempo possibile.”
Ma la disorganizzazione regna sovrana. Perché, secondo l’intersindacale, ai medici di famiglia viene negato dalle Asl il giusto supporto organizzativo. Lamentano “pressioni fatte sui medici per indurli a vaccinare nei propri ambulatori anche quando, per ragioni di sicurezza, si è optato per le strutture pubbliche.” Il caos nel quale si sta svolgendo la campagna vaccinale “ha messo a dura prova il rapporto tra medici e pazienti, vista la mancanza di precise informazioni, nonostante le giornaliere disposizioni, capaci di modificare oggi quanto deciso il giorno prima.”
A riprova della veridicità delle rimostranze mosse dai sindacalisti, anche oggi, nell’hub vaccinale della Fiera del Levante, ci sono code lunghissime di soggetti in attesa di potersi sottoporre all’iniezione. Scene che già si sono ripetute nei giorni scorsi. Stando alle rimostranze di molti cittadini, e come si vede in quest’immagine, anche oggi, oltre agli individui che si sono legittimamente prenotati attraverso la procedura online o in farmacia, ci sono decine e decine di persone che si sono presentate spontaneamente.
Secondo la logica, dovrebbero attendere il proprio turno, una volta esaurite le prenotazioni. Ma pare che il criterio seguito sia, in molti casi, il semplice ordine d’arrivo. Questo pregiudica i diritti di chi ha seguito l’iter previsto e costringe persone in età avanzata, ultrasettantenni, ad attendere al freddo, con grosse difficoltà ad evitare anche la creazione di assembramenti.