Bari ha detto addio a Gianni Colajemma, uno dei più amati e apprezzati attori e registi del teatro vernacolare, portato via dal Covid-19 a soli 62 anni.
Un vuoto enorme lasciato nel mondo dell’arte e della cultura cittadino da parte di Colajemma, ricordato con affetto e stima da tanti colleghi attori baresi.
Nicola Pignataro racconta: «Non ho avuto la possibilità di lavorare con lui, ma ci stimavamo a vicenda. Lui capitò dalle parti del quartiere “Fanidd”, e con Mino Barbarese rilevarono una vecchia discoteca e ne fecero il teatro Barium. Negli anni ’80 ci fu l’esplosione a Bari dei piccoli teatri, come quelli di D’Attoma, Signorile e il Purgatorio, che gestivo io. Gianni Colajemma e Mino Barbarese iniziarono piano piano, e quando andai a vederli su loro invito capii immediatamente che avrebbero fatto strada. Con Gianni ci siamo incontrati in molte circostanze per scambiarci idee; lui veniva al Purgatorio, io andavo al Barion. Una volta, in occasione di un’iniziativa benefica al palazzo della Provincia, facemmo qualche numero insieme: è stata l’unica circostanza in cui ci siamo esibiti nello stesso contesto. Io ho scommesso sul dialetto barese dal 1976, quando l’aspetto vernacolare era quasi “proibito” dalle famiglie, iniziando all’epoca con altri grandi come Mariolina De Fano, Lino Spadaro (purtroppo venuti a mancare anche loro in questo bruttissimo periodo) e Gianni Ciardo. Con loro facemmo capire a molti attori baresi che bisognava sfruttare il dialetto, come ha fatto Gianni Colajemma. È stata una grande perdita per Bari e per il teatro, soprattutto in questo periodo in cui assistiamo a una vera e propria moria di persone dello spettacolo».
Commosso il ricordo di Uccio De Santis, uno degli ultimi a vederlo nelle vesti di attore, prima che – a marzo – contraesse il virus: «L’ultimo ricordo è legato a due mesi fa, quando insieme a lui al Piccinni abbiamo fatto la programmazione di palcoscenico. Ci siamo incontrati mentre facevamo il tampone per entrare a teatro, era febbraio. Questo suo ultimo lavoro non è ancora andato in onda: è un peccato che non possa vederlo, ma forse è andato lassù in anticipo anche per coinvolgere Mariolina De Fano e Mino Barbarese».
Uccio De Santis continua: «Il nostro rapporto non era quello di due amici che si sentono tutti i giorni, però era un rapporto di massimo rispetto. Gianni Colajemma è uno dei pochi attori che io ho sempre seguito: ogni spettacolo nel suo teatro vedeva me e la mia famiglia fra gli spettatori. Mandavo mia moglie a comprare i biglietti, perché altrimenti il figlio me li avrebbe voluti regalare; io sono dell’idea che se ti vuoi gustare uno spettacolo, il biglietto lo devi comprare. Mi faceva ridere, mi fa ridere, la sua maniera di recitare, di essere naturale. Ero un suo fan».
Anche Gianni Ciardo ricorda Colajemma con parole di stima e ammirazione: «Non lo vedevo spessissimo, ma ogni volta che ci vedevamo riuscivamo a intenderci subito. Era uno dei pochissimi che stimavo, per la sua indipendenza e per la preparazione scrupolosa dei suoi spettacoli. Ci metteva un mese per preparare un lavoro, era precisissimo – a differenza di tanti alti – nell’allestimento della scenografia e dei costumi. Lui faceva questo lavoro con passione, perché amava la città di Bari e cercava di metterla in evidenza attraverso i suoi caratteri. La gente lo seguiva molto, perché con lui e le sue produzioni ci si divertiva. Lo stimavo soprattutto come persona, è stato un peccato che sia andato via».
In mattinata anche il sindaco Antonio Decaro ha ricordato Gianni Colajemma con un post sui social: «Oggi questo maledetto virus si è portato via un altro pezzo della nostra città. Bari perde la risata calda e profonda di Gianni Colajemma, perde uno degli attori che hanno fatto la storia della comicità e del teatro popolare barese. Grazie di tutto quello che hai fatto per questa città, grazie per la tua arte e per la tua trascinante comicità. Grazie anche dei rimproveri che mi riservavi durante le nostre telefonate. Ciao Gianni, ci mancherai».
Domani la SSC Bari scenderà in campo contro il Palermo con il lutto al braccio per ricordare Colajemma, «Grande tifoso biancorosso nonché uno dei massimi esponenti della comicità e del teatro popolare barese contemporaneo, scomparso questa notte all’età di 62 anni a causa del Covid-19. Il simbolo del lutto sarà occasione per ricordare tutti i pugliesi venuti a mancare a causa della pandemia».