Puglia, l’industria del wedding in ginocchio: crolla il fatturato

Attori, star, miliardari, vip. In tanti erano rimasti stregati dalla Puglia, al punto da decidere di sposarsi in una delle nostre location. L’industria del wedding, alimentata naturalmente anche dai matrimoni di casa nostra, viaggiava col vento in poppa. Fino all’evento del Covid che ha spazzato sogni e illusioni di un intero settore economico.

Basti penare, infatti, a cosa ci sia dietro un matrimonio, tra fotografi, negozi di abiti da sposa, fiorai, service, musicisti, sale di ricevimento. Insomma, un business in costante crescita fino a qualche anno fa. Messo in ginocchio oggi: nel 2020 in Puglia erano programmato 18mila836 matrimoni, l’85 per cento dei quali è stato rinviato o annullato, con un crollo del fatturato da un miliardo di euro a 93 mila.

I dati erano emersi nei giorni scorsi durante un’audizione in Regione degli addetti ai lavori. Rialzarsi, non è così facile. Anche perché la programmazione degli eventi è su base biennale e richiede un’organizzazione di sei mesi. La ripresa, inoltre, non è dietro l’orizzonte: per il 45,2% degli operatori non sarà prima della primavera 2022, ma c’è anche un 35,5% che prevede una data successiva.

Michele Boccardi, presidente di AssoEventi aveva più volte proposto azioni di sostegno mirate per supportare le difficoltà del settore, dalla riduzione di Tari e Imu, all’utilizzo del reddito di dignità per aiutare i lavoratori del comparto rimasti senza lavoro. C’era stata anche l’ipotesi della nascita di un distretto del wedding, sinonimo di qualità e la riunione degli 82 codici Ateco del settore.

Ora una ricerca di Jfc conferma il grido di dolore degli addetti al wedding pugliese, puntando il dito anche contro il calo drastico del turismo del wedding, altro fiore all’occhiello della Puglia, terra di accoglienza.

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