Col ritorno di Bari e della Puglia in zona arancione, alcune attività possono tornare a respirare sul piano economico. Tra queste, ci sono i parrucchieri: il boom alle prenotazioni peraltro non si è fatta attendere. Anche perché, si sa, la cura del capello non è un aspetto trascurabile. Dai centri più grandi a quelli più piccoli, se ci si ricorda in ritardo, non è raro doversi mettere in fila ed aspettare. Per la gioia dell’intero movimento, con non pochi rari casi di attività pronte persino a sacrificare il lunedì, tradizionale giorno di riposo. Il tutto in nome dell’economia, ma anche per una ripresa generale.
CONCORRENZA SLEALE? Sollievo da una parte dicevamo, ma anche rabbia dall’altra. Perché qualcuno in questa zona rossa ha provato a giocare sporco. A denunciare ciò è Gaetano Tomeo, che gestisce un salone grande nel centro cittadino, tra il murattiano e la zona umbertina. “Al di là della causa di questo lockdown – conferma – c’è stata rabbia. Perché rispetto all’anno scorso molti miei colleghi sono stati scavalcati da persone che hanno lavorato a nero. Perché magari agevolate da diversi motivi, un secondo ingresso o magari un altro salone. E non solo. Non ho naturalmente fonti certe, ma le voci che girano anche tra la gente sono queste. Io ho sempre rifiutato queste cose, pur avendo avuto proposte da varie clienti. Ma preferisco essere rispettoso delle regole, ritengo sia un aspetto importante questo. E poi ho anche asciugamani, uno per cliente. Tengo moltissimo all’igiene sin da quando ho aperto la mia attività”. E ancora: “C’è rabbia perché, anche in questo modo, sono sicuramente aumentati i contagi. Rispettare le norme di sicurezza in casa non è possibile. Mi batto anche per la sicurezza delle mie collaboratrici. Ma se i controlli sono assenti questo è inevitabile. Io, ma anche altri, qualche cliente strada facendo lo abbiamo perso. Si tratta anche di un danno economico. E non è facile poi recuperare chi perdi. Qualcuno mi ha anche accusato di essere poco disponibile, per aver negato un favore. Ma non è così e spero che il tempo mi dia ragione. Che il servizio, la correttezza e la qualità paghino. Perché per fortuna molti altri hanno comunque apprezzato alcune mie iniziative”. I sostegni economici sono previsti da parte del governo? Si, ma solo ad alcune condizioni e non per tutti. Si può essere parte lesa anche per pochissimi numeri di differenza: “I ristori sono previsti, ma solo se c’è una determinata percentuale di perdita pari al 30%. La mia è stata di poco meno rispetto a quella prevista e non ho potuto accedervi. In questo mese e mezzo dallo stato non ho percepito nulla. Oltre al danno, la beffa. Ma la gente comunque lavora. Come recuperare tutto? Non saprei. Speriamo solo di non fermarci più”.
VOGLIA DI CRESCERE. L’importanza del parrucchiere di fiducia è vitale anche nei quartieri più piccoli. A Loseto, Paco ha praticamente convissuto col Covid: la sua attività è sorta il 12 febbraio 2020, giusto poche settimane prima della pandemia. Tante peripezie, ma tutto è ancora saldamente in piedi. Ora un bagliore in fondo al tunnel c’è: “E’ stata una ripartenza necessaria. Stare a casa – dice – è stato traumatico sotto tutti i punti di vista, psicologici ed economici. Ho aperto il 12 febbraio 2020, con il coronavirus ci ho praticamente convissuto. Io però credo in quello che faccio, forse è stato questo il mio vantaggio più grande. Non ho ancora perso l’entusiasmo iniziale. Forse se avessi iniziato prima o magari con qualche debito la situazione sarebbe stata diversa”. La fedeltà del cliente è rimasta. E non mancano i progetti per il futuro: “Molti hanno aspettato, non hanno ceduto al parrucchiere abusivo. Molta gente ha bisogno di un parrucchiere, è un simbolo per tutta la comunità, soprattutto in realtà piccole dove può essere addirittura un punto di riferimento. Io ho anche altri progetti, come quello di allargare l’attività e allestire anche altre sale. Ora però c’è ben poco da scommettere. Spero possa giungere presto il nostro turno per vaccinarsi, visto che siamo costantemente a contatto con persone diverse”.