Settore wedding Puglia ripartenza

D’Ambrosio: “Stop a matrimoni porta anche a calo natalità. Governo faccia ripartire il settore wedding”

L’Italia sta vivendo un periodo di inverno demografico accelerato dall’avvento della pandemia. Secondo l’Istat, per la prima volta dall’Unità, l’Italia potrebbe aver mancato nel 2020 la soglia di 400mila nascite. Anche papa Francesco, a febbraio 2021, durante un suo Angelus ha espresso forte preoccupazione in merito.

La stessa preoccupazione condivisa anche da Giusy D’Ambrosio, vice presidente Puglia wedding production association e organizzatrice di matrimoni di destinazione, quelli cioè festeggiati in Puglia da stranieri e forestieri. Perché l’Italia in questo periodo fa meno figli? «Il nostro è un Paese cattolico, dove prima ci si sposa e poi si hanno figli – dice D’Ambrosio – questo significa che avremo un gap delle nascite tra il 2021 e il 2022». Sostanzialmente, più i matrimoni saranno rimandati, più tra qualche anno gli asili nido saranno deserti.

Questo è solo uno dei tanti motivi per cui il settore wedding in Puglia chiede di ripartire il prima possibile. E lo fa attraverso un protocollo sottoscritto da Pwpa con Confcommercio, che fa da contraltare a quello presentato da Assoeventi, capitanata da Michele Boccardi, e Regione Puglia che traccia linee programmatiche applicabili soltanto quando il Governo darà l’ok ai ricevimenti.

In sostanza, si chiede di poter partire prima grazie a tamponi obbligatori in zona gialla per tutti gli invitati e al numero massimo in base alla capienza della sala. «Questo – spiega D’Ambrosio – dà l’opportunità di lavorare con programmazione, cosa fondamentale nel nostro settore». Infatti, ipotizzando che in estate si appiattisca la curva dei contagi e in Puglia si ricominciasse a celebrare matrimoni, se ci dovesse essere un nuovo innalzamento della curva e quindi di nuovo un passaggio in zona gialla, il protocollo di Pwpa permetterebbe di “smaltire” le feste programmate nei 15 giorni successivi con l’obbligatorietà dei tamponi e di riprogrammare già quelli seguenti qualora si dovesse passare in zona arancione.

Ed è a causa della mancanza di programmazione che l’anno scorso, nei primi giorni di ottobre, tutto il settore wedding ha subito danni incalcolabili a causa del nuovo brusco stop. Danni per cui, afferma Giusy D’Ambrosio, ci sono innumerevoli contenziosi aperti perché in queste situazioni “ognuno cerca di recuperare soldi dove può”.

Inoltre, il fatto che le sale ricevimenti abbiano la possibilità di tracciare tutti gli invitati di cui possiedono nome e cognome e di assegnare i posti e quindi dividere i tavoli per nuclei famigliari, rende tutto più agevole rispetto al settore della ristorazione, a cui è già stato permesso di ripartire.

A oggi, sono ancora in stand by molte coppie che contano di sposarsi nella seconda metà di giugno, ma quasi sicuramente saranno costretti a rimandare perché l’Esecutivo si ostina a non dare risposte sulla ripartenza di questo settore. Anche in zona bianca, infatti, questi eventi sono vietati. Non si tratta quindi di sperare che la Puglia passi nella fascia di colore più chiara, ma che il Governo accolga le richieste dei rappresentati del settore e permetta loro di riprendere a lavorare.

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