Deposito quattro volte più grande del consentito, sequestrato impianto Recuperi pugliesi

A fronte di un limite di stoccaggio pari a 6mila tonnellate, la società aveva realizzato un deposito di 26mila tonnellate di rifiuti solidi urbani, dislocati lungo l’intera area aziendale che si estende su una superficie di circa 46mila metri quadri. I carabinieri del Noe hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dell’impianto della società “Recuperi pugliesi”, con sede a Modugno (nella zona industriale di Bari), che si occupa del recupero dei rifiuti urbani, pericolosi e non, provenienti dalla raccolta differenziata di tutta l’area metropolitana del capoluogo pugliese.

Le indagini, coordinate alla Procura di Bari, sono partite lo scorso 21 febbraio. I sigilli dei militari, come evidenziato dai carabinieri nel verbale di ispezione dei luoghi e ripreso dal gip nel del decreto di sequestro, sono scattati perché “In caso di eventuale incendio, la combustione di una tale mole di rifiuti sprigionerebbe nell’aria una quantità di diossina tale da mettere in serio pericolo la popolazione dell’intero circondario e non solo”.

I reati contestati al legale rappresentante della società di recupero dei rifiuti, che conta 160 persone alle sue dipendenze, sono gestione illecita di rifiuti, deposito incontrollato e inosservanza delle prescrizioni previste dall’atto autorizzativo (art. 256 co. 2 e 4 del Testo unico ambientale).

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