Chi gestisce il potere i danni li può fare in due modi: o con provvedimenti e decisioni sbagliate o con annunci avventati. Ne sanno qualcosa i pugliesi ancora rinchiusi nella zona arancione. Se siamo “condannati” all’arancione in compagnia di Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (con l’aggravante di essere stati zona rossa per sei settimane) è evidente che qualcosa nel sistema non funziona. Il virus, lo abbiamo detto più volte e non ci stancheremo mai di dirlo, non fa dispetti alla Puglia. Al contrario circola più liberamente perché non viene fronteggiato come si dovrebbe a cominciare dallo screening attraverso i tamponi che rappresentano il primo argine all’infezione soprattutto quando consentono di isolare i cosiddetti portatori sani che rappresentano il suo migliore “vettore”.
Ma altri danni, altrettanto gravi, si possono fare annunciando qualcosa che poi non trova riscontro nella realtà. Pier Luigi Lopalco ne ha fatto uno grosso giovedì scorso quando ai microfoni di Telebari si è detto quasi certo che alla Puglia in questa settimana dal 3 al 9 maggio sarebbe stata attribuita la zona gialla.
Appresa questa sua anticipazione i ristoratori, i pizzaioli, i gestori dei bar si sono affrettati a fare la spesa nella previsione che il sabato si sarebbe festeggiato il primo maggio. E così hanno riempito i frigoriferi di materie prime molte delle quali non possono essere conservate a lungo.
Il popolarissimo Tommy Tedone, un fenomeno dei social, gestisce un ristorante pizzeria al quartiere san Pasquale e sabato ha manifestato in una appassionata diretta Facebook tutta la sua rabbia per aver fatto degli acquisti inutili. Col suo modo spregiudicato e molto personale di esporre i fatti, ha invitato più volte l’assessore Lopalco a dimettersi, cosa che in verità gli chiedono di fare da mesi i partiti di opposizione in Consiglio regionale documentando le omissioni e i ritardi nel fronteggiare questo maledetto Covid 19.
Ovviamente Lopalco non ci pensa nemmeno per un istante a togliere il disturbo, anche perché non siamo in uno di quei paesi in cui di fronte agli errori documentati si avverte l’esigenza di dimettersi.
Lopalco però deve capire che quando parla in tv non lo fa da opinionista, da semplice ospite o da semplice cittadino. Parla da assessore regionale e le cose dette hanno un peso specifico diverso. Perché giustamente si pensa che abbia delle informazioni di prima mano che lo inducono a fare previsioni o affermazioni. E’ vero che a Telebari Lopalco non garantì che la Puglia sarebbe passata alla colorazione gialla (del resto non avrebbe potuto anticipare una decisione che spetta al ministro) ma affermò che i parametri erano da zona gialla. Siccome il governo Draghi non può certamente essere considerato ostile alla Regione Puglia per ragioni politiche, delle due l’una: o era in possesso di dati non veritieri e la cosa sarebbe gravissima, o non li sa leggere e se possibile sarebbe ancora più grave.
Non si contano gli altri annunci fatti da Lopalco ed Emiliano in questi mesi che non hanno trovato puntualmente riscontro nella realtà. Andiamo a memoria: i tamponi rapidi mai consegnati ai medici di famiglia, le piattaforme per la prenotazione dei tamponi non funzionali al tracciamento in quanto non in grado di prenotare in tempi rapidi i tamponi stessi, i vaccini in dotazione ai medici che invece li vedevano col binocolo. In questo caso quegli annunci hanno deteriorato il rapporto medico paziente che se non provoca un danno economico, determina una lacerazione sociale.
A Bari vecchia si dice: “Una parola di meno e ritirati a casa”. I detti popolari non si sbagliano quasi mai.