Nel settore scuola la pandemia ha fatto emergere criticità e, più che in passato, l’urgenza, denunciata da anni dai sindacati, nonché docenti e genitori, di una migliore organizzazione e “revisione” di tutte le scuole pugliesi a partire dal numero di alunni per classe. Soprannominate classi “pollaio” in quanto aule non ampie sono frequentate, ad ogni ordine e grado, oltre il numero consentito, in alcuni casi persino oltre i limiti previsti dalle leggi in vigore, per cui risultano affollate. Troppi studenti in classi dove spesso non c’è nemmeno modo di dividere tra loro i banchi, figurarsi per consentire il distanziamento sociale, con un rischio igienico elevato già per normali influenze stagionali. Per troppo tempo si è andati avanti con carenza di personale e mancanza di rispetto di leggi, per non parlare della mancata modernizzazione, risolti con chiusure e accorpamenti di istituti scolastici e mezzi di trasporto presi d’assalto. Le negatività, note da sempre, sono emerse nella loro elevata pericolosità esponenziale proprio nella pandemia.
Dopo un anno e mezzo di emergenza sanitaria, con le richieste non ascoltate e tanto meno messe in pratica, i sindacati della scuola di Cigl, Cisl, Uil, Snals e Fgu della Puglia hanno deciso di scendere in strada davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale (Usr) che, tra l’altro, da tre mesi non ha un direttore generale, per chiedere un incontro ed avviare pure una protesta, se necessario.
Gli errori di valutazione, di programmazione e di gestione non hanno insegnato nulla alla politica, denunciano ancora una volta i sindacati. Il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) non ha dato seguito agli impegni assunti con le organizzazioni sindacali. Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria e della chiusura delle scuole per limitare i contagi da coronavirus, le sigle sindacali hanno chiesto, e continuano a chiedere, soprattutto a fronte del prossimo anno scolastico, di: fissare a 20 come numero massimo di alunni per classe; incrementare l’organico dei docenti e degli Ata; presidi sanitari nelle scuole; piano trasporti; scuola in presenza e in sicurezza al 100%; e screening periodico per tutta la popolazione. Tutte misure da adottare con urgenza e da pianificare da ora per settembre come importanti misure di contrasto al rischio pandemico nelle scuole.
In particolare sono preoccupati degli effetti della riforma Tremonti-Gelmini, che “da 12 anni detta i parametri per la formazione delle classi di ogni ordine e grado – scrivono in una nota i sindacati – nonché i vecchi criteri per il calcolo della dotazione organica Ata, si sono rivelati più forti anche della pandemia. Dalle informazioni ricevute dai territori, ci risulta che si stiano autorizzando numerose classi con punte di 30 alunni e cattedre in organico di diritto a 24 ore”. Da aggiungere che sembra non sia nemmeno previsto organico aggiuntivo e che, anzi, sono stati tagliati 100 posti di collaboratori scolastici a causa della trasformazione a tempo pieno dei contratti dei lavoratori ex Lsu.
“Se si vuole far ripartire veramente la didattica in presenza, si devono operare investimenti strutturali e non di emergenza, a cominciare dalle risorse del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza)” – aggiungono – anche perché per la presenza al 100% ognuna di queste richieste è legata all’altra. Insieme con un piano trasporti adeguato e dedicato, c’è necessità di un piano immediato di ammodernamento degli edifici scolastici e di risorse per sostenere una programmazione di screening periodici della popolazione scolastica, il numero di studenti per classe non permetterà affatto di garantire il distanziamento sociale. Per questi motivi le organizzazioni sindacali hanno richiesto un incontro urgente all’Usr e annunciano per venerdì 7 maggio, alle 10, una conferenza stampa davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale per la Puglia.