Nuovi rapporti fra terzo settore e pubblica amministrazione, li chiarisce un volume del Csv Bari

Si ridisegnano i rapporti fra enti del terzo settore e pubbliche amministrazioni nella realizzazione di interventi di interesse generale per perseguire il bene comune. A tracciare i nuovi contorni sono, tuttavia, “vecchi” capisaldi della legislazione ordinaria come la trasparenza e la pubblicità delle procedure.

A chiarire queste novità è stato il Centro servizi al volontariato “San Nicola” di Bari, in una pubblicazione dal titolo “I rapporti tra il terzo settore e la pubblica amministrazione” (consultabile gratuitamente al link), edita per la collana Opera e curata dall’avvocato Roberto D’Addabbo, coordinatore dell’area consulenza del Csv “San Nicola”.

«Con il codice del terzo settore, il legislatore ha introdotto una serie di istituti di coprogrammazione, coprogettazione, accreditamento e convenzioni che disciplinano i rapporti fra enti del terzo settore e pubblica amministrazione, in attuazione dal principio di solidarietà orizzontale declinato dall’articolo 118 della Costituzione», spiega D’Addabbo.

Ora, però, il quadro si fa più chiaro: «La novità consiste nel fatto che, per la prima volta e per tutto il terzo settore e le attività di interesse generale, sono stati introdotti questi strumenti per regolamentare i rapporti fra terzo settore e pubblica amministrazione – prosegue l’autore. Con le linee guida approvate il 31 marzo 2021 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sono state meglio disciplinate queste modalità: le procedure sono state individuate in forma alternativa al codice degli appalti per servizi di interesse generale, e soprattutto con riferimento alle attività solidaristiche».

Il procedimento è semplice, come chiarisce ancora D’Addabbo: «Come primo passo, l’amministrazione pubblica un avviso di coprogrammazione. Quando si devono programmare interventi solidaristici sul territorio o attività di interesse generale (elencate all’articolo 5 del codice del terzo settore, Ndr), si procede con una manifestazione d’interesse in maniera che tutte le organizzazioni del terzo settore interessate e in regola con i requisiti possano far pervenire la loro adesione. Di qui si fa partire un tavolo per coprogrammare gli interventi. Anche la seconda fase, la coprogettazione, parte con un avviso pubblico rivolto agli enti del terzo settore attivi in quella materia, che possono presentare proposte progettuali per far partire il tavolo di progettazione comune. Nella terza fase sopraggiunge l’accreditamento: insieme agli enti accreditati si realizzano gli interventi progettati, anche con la possibilità di stipulare accordi o contratti».

E c’è anche un’altra novità: «Tutto questo può avvenire anche su istanza degli enti del terzo settore, che possono chiedere di essere coinvolti se l’amministrazione è inerte – continua D’Addabbo. L’istanza è ammissibile ai sensi della legge 241/90 sul procedimento amministrativo, a cui l’ente pubblico deve dare seguito o accogliendo o rigettando l’istanza».

Non ci sono ancora grandi esperienze nel settore, che però ora dovrà misurarsi con queste novità legislative: «La questione è stata molto dibattuta a livello giurisprudenziale, motivo per cui la gran parte delle amministrazioni è stata ferma – conclude D’Addabbo. Una sentenza della Corte costituzionale del giugno 2020 ha chiarito molto sul tema, poi sono intervenute le linee guida; di recente le modalità operative sono state rese chiare. In passato ci sono state esperienze simili, ma limitatamente all’ambito dei servizi sociali; più frequentemente ci sono stati affidamenti diretti in convenzione alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale. Qui ci sono esperienze passate, come l’affido di servizi di trasporto emergenza/urgenza sanitaria (il 118) o – come ha fatto il Comune di Bari – di servizi di prevenzione incendi nelle aree naturalistiche. Convenzioni analoghe sono state stipulate, inoltre, fra strutture ospedaliere e organizzazioni di clown-terapia o di assistenza ai malati. Con le novità del codice e delle linee guida, però, anche qui si dovrà passare da una fase a evidenza pubblica e da una selezione trasparente per affidare la convenzione».

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