Ci sono vie di Bari con marciapiedi, piccoli e grandi, che sembrano dimenticati non da anni o pochi decenni, ma persino nella storia dei tempi. A pochi passi dalla stazione centrale e dal Policlinico, zone frequentate non solo dai residenti ma anche da cittadini che provengono da altre città e province, ci sono marciapiedi per i quali si può assistere ad una strana e a tratti inverosimile “convivenza” di stili, mode ed epoche di marciapiedi oltre che di trasgressioni di vario tipo. Se si è fortunati si può camminare su un marciapiede ben tenuto a cui segue un altro “riparato con pezze” qui e là e per il quale bisogna prestare attenzione nel non cadere.
Se qualche settimana fa abbiamo lodato il sindaco di Bari e l’assessore comunale ai Lavori pubblici per quanto stanno realizzando in via Capruzzi, purtroppo esattamente alle spalle e nelle vie limitrofe di questa strada che sta per presentarsi bella e moderna, con un look davvero piacevole, non accade la stessa cosa. Basta svoltare verso una qualunque di essa, soprattutto se si è a piedi. Lo scenario è completamente opposto. Sembra di essere in un’altra città, a tratti dimenticata. Nelle vie traverse, frequentate anche queste da pedoni e automobilisti forestieri, si assiste allo scadimento che a volte sfiora, in altri casi è vicina al degrado dovuto a cumulo di decenni di dimenticanze o di superficialità di interventi. Ci sono tratti che non hanno mai visto mattonelle e da sempre ricoperti con asfalto, lo stesso utilizzato per le strade. Ci sono pure marciapiedi così stretti (vedasi tratto corso Benedetto Croce angolo via Capruzzi) che non consentono il passaggio nemmeno di un pedone, in quanto è largo meno di un metro. Questa in realtà è una barriera architettonica che andrebbe eliminata da subito, poiché non può essere percorsa da chi è in carrozzina e ha necessità di almeno 90 cm di spazio o chi è cieco o ipovedente non può usufruire di un accompagnatore perché a mala pena potrebbe camminare da solo.
Altri marciapiedi si presentano con mattonelle di vario tipo e stile, segno che qui per vari decenni si è intervenuto solo per la manutenzione ordinaria e per tamponare in fretta e furia problemi di vuoti. In altri mancano alcuni pezzi di mattonelle, altre sono lesionate e persino i cordoli sono danneggiati o traballanti. Assenze e precarietà che portano pure ad avere buchi e dislivelli vari pericolosi oltre che brutti da vedere. Pure qui sarebbero necessari altrettanti interventi di manutenzione straordinaria e quindi di rifacimento completo, per non parlare della pulizia assente per la presenza di escrementi di cani (non mancano tratti utilizzati come gabinetti, esempi sono in via Laterza verso via Giulio Petroni e via Einstein altra traversa di via Giulio Petroni, solo per citarne alcune). Esempi simili ci sono in tutti i quartieri, dal centro alla periferia.
Tra le probabili cause non ci sono solo la cattiva manutenzione e le dimenticanze ma pure i parcheggi abusivi e selvaggi. Passeggiando a piedi, nel nostro monitoraggio, abbiamo incontrato diversi motocicli, anche di grossa cilindrata, parcheggiati sui marciapiedi che, a dispetto del nome che deriva dal francese e che significa “camminare a piedi” e che indica la zona riservata ai pedoni, vengono utilizzati per parcheggiare i mezzi di motociclisti, di conducenti di monopattini elettrici che li usano pure come piste, e a volte persino da automobilisti laddove si accorgono che la carreggiata non consente di parcheggiare per cui decidono di salire con 1 o 2 ruote sul cordolo che con l’andare del tempo risente del peso di tali veicoli. Tutte situazioni che con il cattivo utilizzo e l’usura del tempo portano prima alla rottura di mattonelle e cordoli, con la conseguente formazione di buchi pericolosi pronti a riempirsi d’acqua quando piove, e quindi a compromettere tutto il resto del marciapiede o buona parte di esso aggravando ancor di più il danno, soprattutto quando si protrae per anni.
La lista delle criticità è ancora lunga: ci sono pure scoli per l’acqua, coperti da grate o caditoie sottostanti i marciapiedi, pieni di erbacce cresciute all’interno o di rifiuti di ogni genere portati dal vento e dalla pioggia e che qui finiscono per accumularsi, tra cui le cicche delle sigarette (come dimostrano le foto pubblicate). Se non pulite in tempo utile, possono otturarsi e formare laghi e fiumi che, a loro volta, possono portare ulteriori danni a marciapiedi e strade soprattutto se già hanno evidenti problematiche come accade proprio in queste zone. Non solo. Se le buche nelle strade possono essere causa di incidenti sia per chi viaggia sulle due ruote, di qualunque tipo, ma pure per le auto e i bus poiché possono causare la rottura di un pneumatico, le buche sui marciapiedi insieme con le mattonelle ballerine o rotte possono diventare pericolose trappole e causare cadute ai pedoni.
A Poggiofranco, nel tratto compreso tra viale Kennedy, via arcidiacono Giovanni e papa Pio XII, mattonelle sconnesse o rotte creano più di un problema ai tanti anziani che sui marciapiedi raggiungono la chiesa di San Giovanni Battista. Non solo. Quando piove, le criticità si trasformano in pozzanghere micidiali.
Così non si può continuare. Invitiamo quindi chi di dovere a monitorare e valutare lo stato di tutte le strade della città e quindi intervenire senza rinvii, non solo per le urgenze – meccanismo comunque complicato perché nessuno sa a chi bisogna segnalare l’inconveniente – ma anche lì dove i problemi sono sotto gli occhi di tutti. Vanno bene i nuovi giardini, va bene pure il rifacimento delle strade del centro, ma non si deve sempre sacrificare tutto il resto della città. Ricordiamo che Bari comprende 24 quartieri suddivisi in 5 Municipi e che ogni rione ha centinaia di strade e la maggior parte sono in queste condizioni disastrose. Il look, se preferite questa parola al rifacimento di marciapiedi e strade, non va pensato e realizzato solo nelle vie dove sono presenti monumenti o dove ci sono le zone commerciali più rinomate. Tutti paghiamo le tasse e abbiamo il diritto di vedere Bari bella, pulita e rispettata, soprattutto le strade dove abitiamo, che percorriamo a piedi con anziani e bambini. Se il problema per garantire tutto questo sono i finanziamenti, si potrebbe ricorrere alle multe. Vista l’inciviltà e le violazioni ripetute su più fronti da una parte di residenti, si intervenga per educare i trasgressori con multe salate e queste siano investite per riabbellire tutta la città. Ne guadagneremo tutti in meglio.
Anna Caiati