Lo scorso anno, a Mumbai, un ragazzino di dodici anni di nome Hassan si è recato dal Primo Ministro indiano e gli ha chiesto di costruire dei bagni nel quartiere, dopo che sua madre era stata aggredita e derubata da un ladro.
L’episodio è accaduto perché in India milioni di persone ancora non hanno servizi igienici nelle proprie case e, per questo, sono costretti a fare i propri bisogni all’aperto, aspettando il loro turno anche per ore intere.
All’insaputa della madre, Hassan ha viaggiato per giorni e giorni, senza acqua né cibo, determinato a raggiungere la sede del Primo Ministro a Delhi.
Dall’incontro Hassan è uscito con la promessa del Primo Ministro di far costruire dei bagni pubblici nel suo quartiere.
E’ una realtà che l’India è ancora molto lontana dal raggiungimento degli standard igienico sanitari del resto del mondo e questa consuetudine cui sono sottoposte le donne nei villaggi crea una sofferenza fisica.
La mancanza del bagno è alla base del divorzio di Sangeeta Mali da suo marito.
La donna ha detto al giudice che ogni giorno provava vergognava e trovava umiliante dover andare nei campi per espletare i suoi bisogni, senza alcuna privacy e comfort.
Negli ultimi due anni Mali utilizzava il bagno della casa di sua madre che però vive in un villaggio vicino.
Alla fine del 2015, quando capì che suo marito non avrebbe mai costruito un bagno in casa, ha chiesto il divorzio.
In India, la mancanza del bagno in casa è un importante problema di salute pubblica che coinvolge circa 594 milioni di persone, ossia, quasi la metà del Paese, secondo alcuni dati dell’Unicef, circa il 70% delle case indiane è sprovvista del bagno. Spesso noi diamo per scontato comodità che in altre parti del mondo ancora faticano ad esistere.
Nunzio Miola, 4^B, 3°CD “G. D’Annunzio”, Trani