Una ricerca sul tumore all’ovaio vale all’Università di Bari “Aldo Moro” la menzione nel rapporto “100 Italian Life Sciences Stories”, documento annuale sull’innovazione italiana promosso da Fondazione Symbola e Enel, grazie alla collaborazione con Farmindustria. Il progetto dell’ateneo barese figura (pagg.222-223 del rapporto) fra le cento storie di innovazione selezionate per raccontare il comparto delle “scienze della vita” nel 2020.
Il gruppo di ricerca dell’Università di Bari, in collaborazione con l’Università di Bergen, è stato diretto dal prof. Antonio Scilimati del dipartimento di Farmacia –Scienze del farmaco di UniBA – ed è stato costituito dalla prof. Maria Grazia Perrone, dalla prof. Savina Ferorelli, dal prof. Antonio Carrieri, dalla dr.ssa Antonella Centonze, dalla dr.ssa Morena Miciaccia, e dalla dr.ssa Roberta Solidoro.
Lo studio dell’UniBa “consentirà grazie a una sonda fluorescente che evidenzia masse tumorali troppo piccole per essere rilevate con gli strumenti ordinari, di agire tempestivamente su un tumore solitamente diagnosticabile in fase avanzata e che, nel 70% dei casi, determina il decesso del paziente entro 5 anni dall’individuazione. Inoltre, la sonda permette un intervento di rimozione mirata, utile a evitare l’asportazione completa dell’utero”, si legge nella nota divulgata dall’ateneo.
Grazie al sostegno del Mise e di ItelPharma, “Questa tecnologia, associata ad un sistema di analisi molecolare a base genetica sviluppato dallo stesso gruppo di ricerca barese, sarà trasformata in kit da distribuire agli ospedali per una diagnosi precoce e una chirurgia più efficiente, riducendo recidive e incrementando la sopravvivenza delle pazienti”, conclude la nota dell’Università di Bari.