Ci chiediamo mai quanti animali muoiono nel mare a causa della plastica o se quello che mangiamo non sia inquinato?
Un dato di fatto è che nel mondo tonnellate di rifiuti finiscono in mare e principalmente sono fatti di plastica.
Spinti dalle correnti vanno a concentrarsi in alcuni punti dove rimangono intrappolati, si accumulano e si creano quelle che sono conosciute come isole di plastica.
Negli oceani di tutto il mondo esistono tante isole di varie dimensioni ma l’inquinamento non si ferma solo sulla superficie marina, tocca anche i fondali.
I rifiuti sono di diversa grandezza ma sono proprio i più piccoli quelli più dannosi, perchè si mescolano
con il plancton e vengono ingeriti dagli animali marini: migliaia di animali tra pesci,tartarughe,delfini e balene rimangono uccisi ogni anno per aver ingerito plastica.
Si sente spesso del ritrovamenti di plastica nello stomaco degli animali marini oppure, come accadde a Senigallia nel 2019, del ritrovamento della carcassa di un delfino spinta dalle onde sulla spiaggia: la causadella morte? Una rete di plastica rimasta attorcigliata al suo muso.
La più famosa isola di plastica si trova nell’Oceano Pacifico,la seconda isola è la North Atlantic Garbage Patch scoperta nel 1972. Al largo delle coste del Cile e del Perù esiste un’ isola di plastica grande quattro volte
l’Italia ed anche nel Mediterraneo se ne sta formando una tra l’isola d’Elba e la Corsica.
Questo succede quando la plastica non viene riciclata nè smaltita correttamente .
Ovviamente a monte di tutto ci sono i cattivi comportamenti di noi uomini.
Diverse sono oggi le campagne plastic free volte a ridurre l’uso della plastica.
Per esempio usare involucri di carta al posto di quelli plastificati, scegliere prodotti sfusi e non quelli in contenitori di plastica,ridurre o eliminare l’uso piatti,bicchieri e posate di plastica e l’uso delle cannucce, usare sacchetti intessuto e non buste di plastica.
Non possiamo da colpa alla plastica ma a noi stessi.
Infatti in questa pandemia cosa avremmo fatto senza la plastica presente nei respiratori, nei tubicini ed in tantissimo macchinari medici.
Basterebbero piccoli cambiamenti nelle proprie abitudini per fare la differenza e lasciare a noi bambini un mondo più pulito.
di Grazia Ferrante, 3° CD “D’Annunzio”, Trani