Uno dei punti di svolta della stagione dei biancorossi è stato l’infortunio subito dal difensore Daniele Celiento, fido gendarme del tecnico Auteri.
Nella prima parte di stagione sotto la gestione Auteri, il difensore ex-Catanzaro è risultato fondamentale in fase difensiva e salvifico in zona gol (4 reti segnate). Prima dell’infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi per molto tempo, il Bari viaggiava a ritmi elevati, segnando uno score di 10 vittorie, 3 pareggi e sole 2 sconfitte, per un totale di 33 punti conquistati con in campo il difensore napoletano. In seguito al suo infortunio, il crollo del Bari è stato fragoroso: 7 vittorie, 5 pareggi e 6 sconfitte per un totale di 26 punti. Ritornato nelle ultime battute del campionato, il Bari con Celiento ha collezionato una vittoria, un pareggio e una sconfitta (4 punti). La differenza è abissale: 11 punti.
Credere che il Bari sia decaduto verticalmente in classifica solo per l’assenza di Celiento è forse semplicistico, ma gli 11 punti di differenza esplicano l’importanza e il peso specifico del giocatore all’interno della rosa.
Nel pacchetto difensivo, Celiento è l’unico centrale di destra di ruolo, il più rapido nelle corse all’indietro e il più educato in termini di pura tecnica. Queste componenti del suo gioco lo rendono perfettamente compatibile con Di Cesare – centrale di sinistra – e, soprattutto, con Sabbione, che in assenza di Celiento ha evidenziato tutti i suoi limiti.
Il recupero del numero 21 per la partita di mercoledì contro il Foggia non è certo, così come quello di un altro acciaccato, Pietro Cianci.
Con i dati a disposizione ed effettuando una semplice (e approssimativa ma eloquente) proporzione, se il Bari avesse potuto contare su Celiento per tutto il campionato avrebbe forse raggiunto e superato la quota settanta punti (74, per esattezza). Una cifra ampiamente sufficiente per acciuffare la seconda posizione.
Va ripetuto, è un calcolo approssimativo che rende però l’idea dell’andamento dei biancorossi con il numero 21 in campo dall’inizio.