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Oncologo curava a pagamento paziente a carico del Ssn. Due arresti. Il Giovanni Paolo II lo aveva licenziato a marzo

  • Ruben Rotundo
  • 29/05/2021
  • Cronaca, In primo piano

Concussione  aggravata e continuata  in  concorso. È questa l’accusa per il dottor Giuseppe Rizzi, oncologo in servizio all’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” e la compagna, l’avvocato Maria Antonietta Sancipriani. Entrambi sono stati arrestati ieri dai carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal  gip. del Tribunale di Bari dr. Giovanni Anglana su richiesta del pubblico ministero dr. Marcello Quercia.

Secondo la Procura, “il medico, abusando della qualità e dei poteri di pubblico ufficiale, dirigente medico presso il Dipartimento  di  oncologia  dell’Istituto  tumori  “Giovanni  Paolo  II”  di  Bari,  durante lo  svolgimento della sua attività professionale sia in orario di servizio che fuori turno – e comunque non in regime di attività intra od extramoenia – eseguiva sul suo paziente oncologico, affetto da accertata e grave patologia, e in trattamento presso l’Istituto, prestazioni mediche e in particolare iniezioni di un farmaco per la cui somministrazione, benché prevista a titolo gratuito in quanto a totale carico del Ssn, costringendo il paziente al pagamento in suo favore di ingenti somme di denaro nonché di  altre  utilità  sia  presso la  struttura ospedaliera che presso il patronato Caf (sito  in Bari)  in uso alla compagna e co-indagata, adibito nell’occasione ad ambulatorio medico di certa  natura illegale.”.

La vittima era in un grave stato psicologico di soggezione, reverenza e totale fiducia nel suo medico, tanto da essere convinta che l’uomo era l’unico a garantirle la sopravvivenza. In cambio di questo totale assoggettamento, il medico ha ricevuto regalie di ingente valore, lavori edili e altre utilità. I carabinieri hanno anche confiscato 136mila euro, profitto del reato.

Le indagini sono iniziate dalle segnalazioni dei parenti della vittima che nel frattempo è deceduta per  la  grave patologia tumorale di cui era affetto. Per “pagare” le cure, il paziente aveva dilapidato il suo patrimonio e così era stato costretto a chiedere aiuti economici ad amici e parenti per pagare le cure.

Durante la perquisizione domiciliare, i militari hanno anche scoperto e sequestrato reperti archeologici, che ora sono al vaglio dei carabinieri della Tutela patrimonio artistico culturale, e sequestrato circa 1,9 milioni di euro nascosti in buste e scatole di scarpe.

Sono in corso le indagini per capire se lo stesso trattamento sia stato eseguito anche su altri pazienti. I carabinieri invitano a chiunque sia stata vittima di questo raggiro, di rivolgersi al Comando di Bari Santo Spirito o alla Sezione carabinieri della Procura.

Intanto dall’Istituto Oncologico dove lavorava fanno sapere di essere grati all’azione della magistratura e ricordano che il dottor Rizzi è stato licenziato in tronco senza preavviso per motivi disciplinari e comportamenti riconducibili alle indagini che hanno portato al suo arresto. Dal primo marzo non fa più parte quindi de Medici del Giovanni Paolo II che quotidianamente assistono con grande professionalità e umanità pazienti oncologici

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