Sentenza Ilva, la Giustizia che piace (e quella che non piace)

La sentenza della Corte di Assise di Taranto sulle morti causate dall’Ilva che ha anteposto gli interessi economici alla sicurezza e alla salute delle persone, ha scatenato le inevitabili reazioni quasi tutte concordi nell’affermare che finalmente e’ stata fatta giustizia perche’ e’ passato chiaramente il principio che la vita delle persone viene prima di tutto.

Insomma applausi generali alla Corte, composta peraltro da sole donne, tranne che in un caso: quello che riguarda l’ex Governatore della Regione Puglia Niki Vendola condannato a tre anni e mezzo di reclusione per concussione aggravata avendo esercitato, secondo l’accusa, indebite pressioni sul Direttore dell’Arpa Giorgio Assennato.

A “condannare” la condanna di Niki Vendola sono stati in tanti tutti certissimi che l’ex Governatore non solo non abbia commesso alcun reato, ma che al contrario si sia sempre battuto per garantire la salubrita’ dell’aria di Taranto e il cambio di rotta dell’Ilva nell’inquinare il meno possibile. In verita’ la maggior parte dei messaggi solidali sono arrivati da persone a lui sempre vicine politicamente e che con lui hanno condiviso gli anni di guida della Regione Puglia.

Niki Vendola e’ certamente uno dei figli migliori della nostra terra. Il suo percorso umano e politico ne sono la testimonianza piu’ eloquente. Oggi manca tantissimo alla sinistra come il Vangelo ad un cristiano. Diremo di piu’: anche a livello nazionale si avverte la sua assenza e la possibilita’ di una proposta politica seria. Ed e’ anche per questo che il Paese si e’ dovuto mettere nelle mani di Mario Draghi.

Fatta questa premessa ne facciamo un’altra: il garantismo non puo’ essere “ad personam” e non puo’ valere un giorno si e l’altro no. Niki Vendola avra’ diritto, come tutti i condannati in primo grado, ad altri appelli e potra’ dimostrare la sua innocenza, cosa che attendiamo con ansia.

Quello che non accettiamo, invece, e’ che la Corte d’Assise di Taranto avrebbe inflitto giuste condanne a tutti tranne che a Vendola. I Giudici, anzi le Giudici, hanno preso le loro decisioni sulla scorta di documenti, testimonianze, intercettazioni telefoniche, insomma si sono fatte il convincimento in base (si immagina) a risultanze evidenti. Possono aver provato un astio particolare verso Niki Vendola? Mah…..Perche’ se hanno deciso in modo sbagliato nei confronti di Niki Vendola, dobbiamo sospettare che abbiano deciso in modo sbagliato anche per i Riva e gli altri imputati! O no?

Per associazione di idee viene in mente lo sfogo di Beppe Grillo e la sua doppia visione della Giustizia a seconda che riguardi suo figlio oppure gli altri.

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