2 giugno 1946, 75 anni fa l’Italia divenne Repubblica. Ma Bari votò per la Monarchia

Con due milioni di voti di scarto, il 2 giugno 1946, esattamente 75 anni fa, il popolo italiano sceglieva di trasformare la forma di Stato, passando dalla dinastia dei Savoia all’attuale Repubblica. Tutt’altro che un plebiscito, nel quale si vide ancora un’Italia spaccata, reduce com’era da cinque anni di conflitto mondiale, incluso un biennio di guerra civile.

Furono 12 milioni, in quello storico giorno che vide, per la prima volta, le donne recarsi alle urne, i cittadini che scelsero di togliere il trono a re Umberto II, per chiudere il capitolo dedicato ai monarchi sabaudi nella storia del Paese. Ma l’espressione della volontà popolare fu, come è noto, molto diversa a seconda dei contesti geografici.

Bari, la sua provincia, e tutta la Puglia, non fecero eccezione a questo quadro, che vide il Sud della Penisola votare in massa per la Monarchia. L’affluenza, che a livello nazionale fu dell’89%, con quasi 25 milioni di votanti, nel capoluogo pugliese si fermò all’87%, con 116.191 persone pronte ad esprimersi sulla questione. Furono più di 5 mila, in questo contesto, le schede bianche o nulle.

Ma il risultato fu molto chiaro, a livello locale, con oltre 84 mila voti a favore della permanenza dei Savoia (il 74,81%). Solo una persona su quattro di quelle che si espressero in città, insomma, votò per la Repubblica. Anche allargando lo spettro alla provincia di Bari il dato a favore dei monarchi fu netto, con un 65% di consensi.

Ancora maggiore il distacco, con una chiara maggioranza a supporto del re, si ha estendendo il confronto a tutta la Puglia. In Regione, infatti, furono 960 mila le espressioni di voto monarchiche, più del doppio di quelle appannaggio della Repubblica.

Il risultato pugliese, insomma, fu del tutto diverso da quello nazionale. A decidere le sorti del referendum, di fatto, fu la forte maggioranza repubblicana nel Nord del Paese. Che cambiò per sempre il volto istituzionale dell’Italia.

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