Sono 23.231 i posti di docenza, non a cattedra, da ripartire tra le scuole di Bari, Città metropolitana e provincia Bat Sud, per l’anno scolastico 2021-2022. Sono stati previsti dall’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) per la Puglia in merito alla ripartizione dei posti della Dotazione organica complessiva dell’autonomia delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado suddivisi per provincia.
Più nello specifico sono stati assegnati 18.245 posti per i docenti, 1.415 di potenziamento e 3.571 di sostegno, come riportato in un documento pubblicato dall’Ufficio Scolastico provinciale (Usp) di Bari. Per la scuola dell’infanzia i posti sono 3.144 in totale, di cui comuni sono 2.675, per il potenziamento 75 e 394 per il sostegno; per la primaria sono 6.580 complessivi di cui 4.875 comuni, 473 potenziamento e 1.232 sostegno; 4.818 quelli previsti per la scuola superiore di primo grado, di cui 3.753 comuni, 181 di potenziamento e 884 di sostegno; e 8.689 per le scuole superiori di secondo grado di cui 6.942 comuni, 686 di potenziamento e 1.061 di sostegno.
Si tratta di cattedre senza titolari e quindi per supplenze, in base alle richieste avanzate dai dirigenti scolastici per formazione delle classi per proporre gli incarichi necessari a garantire il regolare avvio e proseguimento delle lezioni.
«Molti istituti avrebbero voluto ricevere organici più consistenti – sostiene il segretario provinciale di Flc Cgil Scuola-Bari, Ezio Falco – per poter garantire rapporti alunni/docenti più bassi e l’organizzazione di attività didattiche in spazi e tempi più consoni».
Come ribadito da tutti i rappresentanti regionali nella manifestazione del 7 maggio scorso sono infatti tante le criticità che continuano da decenni e che l’emergenza pandemica ha fatto emergere ancora di più. Tra questi ci sono: classi sovraffollate e quindi sicurezza igienica ed efficienza scolastica a rischio, insufficienza di personale docente e Ata in sotto-organico nonchè mezzi di trasporto pubblici mancanti ed edifici che richiedono numerosi interventi strutturali. Il taglio degli organici ha visto tanti docenti di diritto ridursi i contratti a 16 ore a fronte delle 24 previste per legge. Problemi che andrebbero risolti prima di settembre e dell’inizio dell’anno scolastico.
«Troppo basso il numero di classi a tempo pieno nella scuola primaria e nelle scuole secondarie di primo grado a indirizzo musicale – aggiunge Falco – Nelle scuole superiori abbiamo diversi casi di classi troppo popolose (soprattutto nelle prime classi, ndr). L’impressione è che l’amministrazione conta di risolvere queste criticità con l’organico Covid che potrebbe essere autorizzato anche per il prossimo anno scolastico, ma che al momento non è stato assicurato e si tratta di un organico temporaneo ed occasionale che durante quest’anno ha dimostrato di essere essenziale al miglior funzionamento degli istituti scolastici e funzionale a un miglioramento dell’offerta formativa».
Insomma la scuola continua ad avere davanti a sé troppe carenze. E sicuramente non si può continuare a “tappare” i buchi. Bisogna trovare soluzioni concrete e subito. Non si può pensare di affrontare un nuovo anno difficile dopo quello infernale che sta per concludersi, seppur dettato da un’emergenza eccezionale.
Anna Caiati