“IL GIARDINO DEI DESIDERI”

Desideràre dal latino DESIDERÀRE, vuol dire che “ha il senso di fissare attentamente le stelle”.

È, infatti, nel mondo delle stelle, dei desideri e delle piante magiche che ci si trova leggendo il romanzo di Azzurra D’Agostino “Il Giardino dei desideri”. Un fantastico viaggio con la fantasia che per me è iniziato già osservando la bellissima copertina del libro, che, con immediatezza, comunica l’importanza dei luoghi e degli elementi naturali nel romanzo. Sullo sfondo della stessa è disegnata la Rocchetta, un bellissimo luogo, fiabesco, molto simile ai castelli della Loira francesi, situato in un piccolo paesino dell’Appennino emiliano, in cui si svolge la storia. È qui, in una dépendance di questa fortezza, che Davide, il protagonista del libro, si è appena trasferito con suo padre e suo fratello Dario, quando, inaspettatamente, si ritrova avvolto in una “fantastica avventura”.

La Rocchetta “è un luogo da brividi: sia la casa che il parco che tutto il resto, per non parlare delle leggende, come quella del fantasma del conte che si aggirerebbe di notte fra gli alberi e la serra”. Con una grande minuzia di particolari e di dettagli, l’autrice descrive questo posto, tanto incantevole quanto misterioso, che ha, in tutte le sue componenti, compreso il suo proprietario, Fulvio, un’importanza fondamentale nella trama del romanzo stesso. 

È proprio nella serra della Rocchetta, rappresentata sulla copertina con archi di ferro sui quali si intrecciano bellissimi fiori colorati, protagonisti indiscussi del romanzo, che Davide e Margherita, la sua amica un po’ “svitata”, scoprono esistere un mondo magico. Dalla porta di tale serra, di notte, fuoriesce, infatti, una luce verde, come un fuoco fatuo. Entrando ci sono alcuni vasi con piante nere come di pietra, ognuna delle quali può emettere un fascio di luce verde sulla cupola, disegnando strane forme, come un cielo stellato. I semi di tali piante comunicano fra loro. Le radici, le piante, i fiori si parlano.

I due ragazzi, sconvolti, ma incuriositi ed affascinati dalla loro scoperta, dopo tante ricerche e vari tentativi, da veri detective, riescono, decifrando un vecchio quadernetto ritrovato nella serra, a scoprire che queste non sono piante qualsiasi ma, sono speciali perché i loro non sono semi normali, ma meteoriti, anche dette stelle cadenti. Queste piante devono essere trattate in modo particolare affinchè possano fiorire e si possa realizzare il desiderio a loro associato, e, non tutti, ma solo i “Giardinieri di stelle” possono occuparsi di coltivarle per realizzare i desideri degli uomini.

L’autrice introduce, quindi, un tema quale quello della natura che fiorisce se coltivata dalle persone giuste, come nel nostro caso Davide e Margherita, e non Fulvio, che non poteva essere un giardiniere di stelle, che mi ha ricordato la fiaba di Oscar Wild “Il gigante egoista”, perché anche lì il giardino era spoglio e privo di segni di vita senza la presenza dei bambini.

Nel corso delle ricerche i due protagonisti si confrontano con i problemi che rappresentano un po’ i “temi nascosti” del libro, come l’amicizia, la separazione dei genitori, il rapporto fra fratelli (parallelo fra Berto e Fulvio, e Davide e Dario), la solitudine, l’emarginazione di chi è considerato “diverso”, la malattia, ma anche su temi più ampi come i desideri, quelli buoni e quelli malvagi, ricordando la regola fondamentale dei Giardinieri di stelle che “Un giardiniere di stelle non pianta mai i propri desideri. L’egoismo compromette tutti i semi”.  I due ragazzi compiono, quindi, nel corso della storia un percorso di crescita, che li porta a far chiarezza dentro di sé e nei rapporti con gli altri, amici e familiari.

L’autrice, quindi, che inizialmente colpisce con la sua narrazione incalzante ed avvincente, sicuramente vuole anche inviare a noi ragazzi un messaggio profondo, spronandoci a non smettere mai di sognare e di desiderare, ma anche a non perdere mai la curiosità nei confronti della vita. Contestualmente la scrittrice con la sua storia stimola anche la riflessione su argomenti molto profondi, come il contrasto fra desideri buoni e desideri cattivi, se si possa desiderare qualcosa ad ogni costo, e se veramente sia possibile a desiderare il male per gli altri.

A mio parere, il modo in cui è scritto questo romanzo, arricchito di descrizioni e di particolari su luoghi misteriosi in cui è ambientata un’avventura fantastica, rende inevitabile, per il lettore, compiere un viaggio, con la fantasia, all’interno delle vicende descritte. In questo contesto di stelle cadenti, piante, sogni e desideri, non puoi non condividere le emozioni di paura, stupore, coraggio e curiosità dei protagonisti, ma anche riflettere sui tanti spunti nascosti che il libro fornisce.

Questo libro l’ho letto tutto d’un fiato perché volevo conoscere come si concludesse questo percorso fantastico intrapreso dai protagonisti. In effetti, però, anche la conclusione del libro è avvolta dal mistero ed al lettore non resta che immaginare la fine o sperare in una futura continuazione del romanzo.

Alice Sgherza classe 1^D ss1°grado “Michelangelo”- Bari

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