In Sudafrica, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale , e precisamente a partire dal 1948 , il governo controllato dalla popolazione bianca istituì un odioso regime di separazione e segregazione razziale, noto come “Apartheid”, che letteralmente significa: “separazione” , “divisione”.
Tale regime razzista comportava pesanti limitazioni della libertà e dei diritti di tutta la popolazione di colore, con esclusione da tanti aspetti della vita sociale e, quindi, con un grave danno alla qualità della vita delle persone di colore , senza alcuna colpa.
Tra queste limitazioni, tra l’altro, troviamo anche il non poter avere terre di proprietà , che comporta il non poter essere, mai , veramente liberi e indipendenti economicamente.
Questa limitazione, a mio parere, rappresenta una grande ingiustizia, sia a livello di principio, che in concreto : non poter possedere nulla equivale a dire che a tanti uomini sia stato negata, in assoluto, la possibilità di avere, per esempio, una casa di proprietà , in cui costruire dei ricordi, da tramandare ai propri cari.
Ma la cosa, forse, più terribile è che tale limitazione fosse tramandata di generazione in generazione, senza alcuna possibilità di riscatto nella propria vita.
Io penso che questo fenomeno, verificatosi fino al 1991 , sia veramente ingiustificabile e scorretto.
Credo che sia davvero assurdo discriminare gli uomini, e che lo sia ancor di più se la discriminazione avvenga in base al colore della pelle.
Penso che chiunque si debba battere per l’uguaglianza sociale e che queste ingiustizie non ci debbano essere: sicuramente se il mondo non avesse visto ingiustizie del genere ad oggi sarebbe un posto migliore.
Tuttora, purtroppo, questi pregiudizi ci sono ancora ed è compito di tutti noi batterci affinché vengano abbattuti e debellati per sempre, affermando l’uguaglianza in ogni ambito della vita, “uguaglianza” che, chiaramente, non vada, una volta a favore degli uni e un’altra a favore degli altri, ma che abbia al primo posto il benessere sociale e la giustizia per tutti noi.
Paola Martina Arbore, II E- sc.sec.di I g. IC “Tattoli De Gasperi”