Personale insufficiente e costretto a turni massacranti, spesso superiori alle 8 ore giornaliere. A denunciare la situazione che persiste all’interno del carcere di Bari sono i sindacati che rappresentano gli addetti, dalla Polizia penitenziaria.
L’istituto penitenziario del capoluogo pugliese, secondo le organizzazioni di categoria Sappe, Osap, Uilpa e Sippe, soffre di una gravissima carenza d’organico, che mette a rischio i lavoratori, in un luogo definito di “rilevanza strategica”, nel quale convivono numerosi esponenti di spicco della malavita organizzata non solo locale.
Secondo quanto previsto dalla legge Madia, che già prevedeva un taglio di personale del 10% rispetto al passato, nel 2017, la struttura di corso De Gasperi dovrebbe contare su una pianta organica complessiva di 276 persone. Invece, le unità attualmente presenti sono solo 256, delle quali 12 sono permanentemente distaccate presso il Provveditorato Puglia-Basilicata, di fatto in una struttura contigua, ma esterna, a quella propriamente carceraria.
È dunque evidente, dati alla mano, il disagio di chi si trova giornalmente a fronteggiare situazioni di emergenza in una situazione critica come quella appena descritta. A questo quadro si deve aggiungere che, con la creazione della sezione ospedaliera Sai, la casa circondariale è diventata un collettore di numerosi elementi criminali provenienti da tutta Italia. I pochi agenti rimasti sono costretti spesso a scortare i detenuti, sottoposti a cure presso strutture sanitarie esterne, rendendo ancora più difficile la vita ai loro colleghi. Mancano, soprattutto, addetti nel ruolo di agenti assistenti.
Sul tema, in una interrogazione parlamentare diretta al ministro della Giustizia Cartabia, la parlamentare barese della Lega Anna Rita Tateo ha formulato le seguenti richieste in merito, domandando se “il ministro intenda procedere all’assegnazione immediata di almeno 80 unità di Polizia penitenziaria nelle prossime assegnazioni che avverranno a seguito del completamento dei corsi di formazione in essere, per integrare sia il personale in servizio in Istituto, che quello assegnato all’Ntp provinciale” e se “ritenga opportuna una celere edificazione di un nuovo penitenziario a Bari e di riferire in merito alle tempistiche di attuazione di un eventuale progetto di costruzione in quanto l’edificio attuale, che risale ai primi del ‘900, presenta problemi strutturali e risulta fatiscente e non adeguato a garantire standard sostenibili di vivibilità per i detenuti e di operatività per gli agenti di polizia.” Tocca, ora, al governo fornire, sulla questione, le tanto attese risposte.