Continuano gli interventi della polizia per assicurare alla giustizia i responsabili di uno dei reati più subdoli: i maltrattamenti in famiglia. I responsabili vivono spesso in una condizione di forte stress familiare, personale e lavorativo e quindi hanno la tendenza a scaricare le tensioni accumulate con azioni violente verso chiunque. Insomma, si tratta di un reato difficile da gestire, in quanto nella sfera personale ci sono sempre equilibri molto particolari, a volte influenzati da fattori esterni come alcol, droga e debiti di gioco che influiscono pesantemente, o a incomprensioni e aspettative familiari, quasi mai evidenti, che riguardano la sfera personale e si ripercuotono su tutti. Alla fine ci si accorge che sono tutti vittime. È quanto emerge dall’intervento della sezione Volanti che ha eseguito nella tarda notte a Carbonara un provvedimento in carcere, emesso dal tribunale, nei confronti di un cittadino algerino di 36 anni, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, accusato di maltrattamenti in famiglia.
Già mercoledì notte gli agenti avevano tentato di rintracciare l’uomo nella sua abitazione ma, grazie all’ausilio della convivente, l’algerino era riuscito a sottrarsi all’arresto. Ieri, invece, è stato sorpreso dei poliziotti in casa. Per sfuggire all’arresto, ha persino tentato la fuga sui tetti, senza successo.
Anche la vittima dei maltrattamenti, compagna e convivente, una 38enne italiana, è stata denunciata per favoreggiamento personale, avendo contribuito alla fuga del ricercato, nonostante fosse parte lesa, vittima e a conoscenza del provvedimento.
Ora l’uomo è in carcere. Una storia complessa, intricata, difficile da comprendere proprio perché le dinamiche personali e familiari sono sempre complesse e non sempre la “verità” è quella che appare.