I Carabinieri da Bari ad Anversa per recuperare un pezzo di storia pugliese trafugata

Vasi apuli a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, ceramiche indigene e attiche, a decorazione dipinta geometrica e figurata, stele figurate in pietra calcarea dell’antica Daunia, numerosissime terrecotte figurate “tanagrine”, testine fittili, statuette alate. Reperti risalenti tra il VI e il III secolo avanti Cristo. Un “tesoretto” dal valore di 11 milioni di euro che i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico di Bari hanno riportato a casa.

Si tratta di una raccolta archeologica “di eccezionale rarità e di inestimabile valore” recuperata da un collezionista belga di Anversa, proveniente dalla Puglia. L’operazione, complessa e articolata, è stata coordinata dalla procura di Foggia con collaborazione di Eurojust, ed è partita nel 2017 dopo la segnalazione del laboratori di restauro della Soprintendenza della Bat. Tutto gira intorno ad una stele dauna tipica dell’area archeologica di Salapia, nei pressi di Cerignola, riconosciuta grazie ad alcune particolarità decorative. Nella parte centrale de reperto mancava un’iscrizione corrispondente ad un frammento custodito nel museo di Trinitapoli che completava il disegno dello scudo e la parte superiore del guerrieri a cavallo raffigurato.

Alcune dei reperti – in tutto 782 – sono stati anche esposti in mostre internazionali e pubblicati sui relativi catalogi. Il collezionista belga aveva anche partecipato ad alcuni convegno di studio.

Promo