La storica scuola “Carlo Del Prete”, in corso Benedetto Croce è destinata non solo a chiudere come edificio ma pure ad essere assorbita da un’altra e quindi a sparire per sempre pure come istituzione scolastica. E’ questa la triste conclusione che, dopo anni di smembramento e trasferimenti, si sta verificando nel popoloso quartiere Carrassi. In piena pandemia, con la necessità avvertita e richiesta da tutti di aumentare il numero di classi e quindi di edifici scolastici, a Bari c’è chi invece sembra aver deciso di potersi concedere il lusso di chiudere una scuola di tre piani con decine di aule ampie e luminose, un cortile, una palestra e tanto altro, sacrificando gli studenti e i docenti in spazi più piccoli e riducendo le possibilità di diritto allo studio.
Una vicenda inaccettabile soprattutto per una delle docenti che insieme con genitori e residenti del quartiere ed altri colleghi insegnanti già oltre 10 anni fa si sono mobilitati, riuscendo ad ottenere ragione, per evitare tutto questo ma che negli anni si è comunque verificato in maniera più prolungata e quasi celata. A far riemergere tutto questo, il 17 giugno scorso, è stata l’ex docente, da due anni in pensione, Tonia Guerra combattiva insegnante per i diritti allo studio oltre che difensore accanita di un edificio di pregio che ha visto generazioni di insegnanti ed alunni avvicendarsi e che è stato svuotato anno dopo anno. Per denunciare tutto questo ha pubblicato un post su un noto social group, poche righe “che ho inviato – dichiara la docente Tonia Guerra – persino al sindaco Antonio Decaro ma che ad oggi non mi ha ancora risposto. Al primo cittadino ho chiesto di poter intervenire per evitare la chiusura”. Come tanti altri, questa docente, che ha fatto della sua professione una missione, non accetta la fine di un luogo di studio e di socializzazione per bambini e che “poteva quantomeno essere trasformato in una biblioteca di quartiere e altro ancora. All’interno c’è un cortile che – ricorda – d’estate veniva utilizzato con progetti per intrattenere i bambini e i ragazzi durante le vacanze estive, come ad esempio il cineforum. La biblioteca l’avevamo prevista nell’ex casa del custode”. Già anni addietro furono presentati diversi progetti per realizzarla “ma ogni volta – riferisce l’insegnante – sono stati bocciati”. Forse il destino era già segnato?
Altro elemento che confermerebbe una progettazione per differente uso dell’edificio, in stile neo-liberty datato 1928, è dato dal fatto che i lavori di manutenzione, sebbene necessari non per problemi strutturali quanto piuttosto per una conservazione decorosa, non venivano effettuati da tempo. Gli ultimi hanno riguardato l’installazione dell’ascensore e quelli strutturali dei soffitti. Per il resto, a detta sempre della docente in pensione, sono stati trascurati persino quelli ordinari, per lo meno in tutte le stanze e aule non più utilizzate. Sembra, inoltre, che l’edificio “Del Prete” diventerà sede del Municipio II, in quanto lo stabile del Pirp “San Marcello” (accanto all’omonima chiesa angolo via Fanelli-via Omodeo) è stato ritenuto non abbastanza spazioso per ospitare gli uffici che avrebbero dovuto trasferirsi qui da Stradella del Caffè. Al posto del cortile pare si realizzerà un parcheggio per i dipendenti comunali.
Una decisione che sarebbe stata presa dal presidente del Municipio II, Giovanni Lucio Smaldone, ed al quale, come riferisce l’assessore alle Politiche sociali e all’Istruzione, Paola Romano, saranno chiesti chiarimenti in un incontro che avverrà entro questa settimana.
Intanto le ultime tre classi di scuola elementare, che qui c’erano sino all’anno scolastico appena concluso, seguiranno le altre trasferite alla “De Amicis”, scuola dell’infanzia in via Re David, dove già anni fa sono state spostate segreteria e presidenza in quanto si tratta di uno dei tre edifici dell’istituto comprensivo “De Amicis-Laterza” e di cui la “Del Prete” fa parte. Per ora nell’edificio di corso Croce resteranno le due sezioni della scuola dell’infanzia.
L’assessore conferma tale decisione e riferisce che da tempo nella scuola di Carrassi si era notato un notevole calo di iscrizioni mentre in altre scuole elementari si è riscontrato, al contrario, un aumento, resta però il dato che “in tutta la città si registra un calo demografico di nascite”.
La diversa destinazione dell’edificio con il conseguente trasferimento delle classi “non è dovuto al decremento demografico – dice sicura l’ex docente – Da una mia indagine personale so per certo che i genitori, stanchi di doversi recare in altro edificio per la segreteria o per incontrare il direttore, preferiscono iscriverli in istituti vicini”. La dimostrazione verrebbe dal fatto che alla “De Amicis”, il prossimo anno scolastico, si formerà una sola classe di prima elementare mentre in altre nei quartieri vicini aumenteranno. “Alla “De Amicis” – aggiunge Guerra – manca pure il tempo pieno, una misura di diritto allo studio che viene negata”. Si aggiunga che le classi spostate e le conseguenti iscrizioni “figurano alla “De Amicis”” da qui è evidente che la “Carlo Del Prete” è destinata a sparire.
Per cercare di evitare la fine di una scuola prestigiosa e storica e di recuperare un edificio che potrebbe essere trasformato in diverso luogo di cultura, docenti, genitori e residenti, stanno organizzando un’assemblea per decidere come muoversi e per cercare di incontrare amministratori locali che diano loro risposte ammissibili. E sulla destinazione di un possibile nuovo contenitore culturale sembra sia d’accordo anche l’assessore Romano, da noi sentita telefonicamente, che afferma: “Penso che quando viene meno una scuola bisogna comunque istituire uno spazio educativo, quindi un asilo piuttosto che uno spazio per i genitori o altro purché abbia a che fare con l’educazione”. Al momento dunque sembra che si apra una piccola speranza di salvare la scuola trasformandola in un luogo pubblico sempre con finalità culturali. Lo speriamo tutti.
Anna Caiati