Sembra quasi un reato ciclico, ma da un po’ di tempo sta tornando ad essere sempre più presente nella nostra cronaca quotidiana: maltrattamenti in famiglia.
Forse le tensioni accumulate nel corso dei lockdown, forse gli spazi sempre più ristretti, forse l’impossibilità di scaricare le proprie tensioni e frustrazioni quotidiane, forse i problemi di lavoro, di salute, forse la difficoltà di una società che sta puntando sempre più sull’effimero e sempre meno sulla centralità dei bisogni umani e ambientali, ma la famiglia sta diventando sempre più il campo dello sfogo violento di tutta la propria negatività.
Per cui, questi reati si moltiplicano. Le vittime, in questo caso, sono tutti, è tutta la famiglia perché una reazione violenta avviene solo dopo una serie di situazioni innescanti. Ecco perché è difficile intervenire e le dinamiche non sono sempre come sembrano. Sono i giudici, gli assistenti sociali, gli psicologi, che devono intervenire cercando di riportare l’equilibrio, mentre le forze dell’ordine devono intervenire per evitare che la situazione degeneri.
È questo quanto accaduto lo scorso fine settimana nel quartiere San Paolo. Un’animata lite in un’abitazione tra marito e moglie, un 32enne pluripregiudicato e una 30enne, ha richiesto l’intervento degli agenti della Volante. Per lui è scattato l’arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. Ora è in carcere.
Poco più tardi, questa volta nel quartiere Libertà, la volante è intervenuta per un’altra lite in casa, tra una donna 55enne e il convivente 52enne. Riportato l’ordine, l’uomo è stato denunciato.