Filologia antica, al prof. Stramaglia premio internazionale Accademia dei Lincei “Tartufari”

Prestigioso riconoscimento al prof. Antonio Stramaglia da parte dell’Accademia dei Lincei “L. Tartufari” per la Filologia antica.

Riservato a studiosi italiani e internazionali, il premio sarà conferito in una cerimonia solenne a settembre presso l’Accademia nazionale a Roma.

Antonio Stramaglia, professore ordinario di Lingua e letteratura latina presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro Bari. Filologo classico attivo in ambito sia greco che latino, membro della Academia Europaea e Fellow dell’Institute for Advanced Study di Princeton (2016-2017), si è occupato di narrativa greco-latina, da Apuleio ai romanzi greci; di auctores come Terenzio e Giovenale; ma anche di paradossografia e soprannaturale nel mondo antico; di testualità scolastica, con particolare riguardo alla declamazione; del ‘nuovo Galeno’; dell’uso del fumetto e di altre forme di interazione fra testo e immagine nel mondo classico.

Stramaglia ha tenuto ad oggi un centinaio di seminari e relazioni congressuali (anche in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese) in Europa, Stati Uniti, America Latina, Africa e Asia, ed è stato fra i promotori di convegni come: La letteratura di consumo nel mondo greco-latino (Cassino 1994); Escuela y Literatura en el mundo grecorromano (Salamanca 2004); Giovenale tra storia, poesia e ideologia (Aquino 2014); Le Declamazioni maggiori pseudo-quintilianee. Contesti, tecnica, ricezione (Bari 2018), i cui Atti rappresentano punti di riferimento nei rispettivi ambiti. La Fondation Hardt (Ginevra) gli ha inoltre affidato l’organizzazione degli Entretiens Hardt per il 2024. Fra le sue numerose pubblicazioni si segnalano: Res inauditae, incredulae. Storie di fantasmi nel mondo greco-latino (Bari 1999); Studi apuleiani (Cassino 2003); il commento a quattro satire di Giovenale (Bologna 2008, 2a ed. 2017); l’edizione critica degli Opuscula di Flegonte di Tralle nella Bibliotheca Teubneriana (Berlin-Boston 2011); l’edizione commentata di cinque delle Declamationes maiores pseudo-quintilianee (Cassino, fra 1999 e 2017).

Sulle Maiores Stramaglia ha coordinato dal 1999 al 2020 un gruppo di ricerca comprendente studiosi di sette paesi europei, che ha portato a termine un commento completo di questi diciannove pezzi retorici (fra i più ardui testi in lingua latina a noi giunti) in una apposita serie multilingue pubblicata dall’Università di Cassino. Grazie alla vasta eco di questa impresa, portata a compimento nel 2020, gli è stata commissionata un’edizione critica dell’intera raccolta per la serie latina della Loeb Classical Library di Harvard (primo studioso non di università anglofona dal 1911); l’opera è di imminente uscita, in tre volumi (con traduzione inglese di M. Winterbottom e note di B. Santorelli). Seguirà un’edizione dei frammenti delle opere perdute di Apuleio, in collaborazione con A. Corcella, per la Bibliotheca Oxoniensis (Oxford University Press).

Come ricorda la motivazione del premio, alla “indefessa operosità” scientifica e didattica Stramaglia ha sempre unito un “cospicuo impegno gestionale”, prima nell’Università di Cassino e poi in quella di Bari, come responsabile del sistema bibliotecario di Ateneo. E i valutatori lincei concludono: “Antonio Stramaglia, pur essendo uno studioso nella piena maturità, ha davanti a sé ancora tre lustri di servizio attivo: una risorsa del nostro sistema accademico che, col prestigio riconosciuto ai risultati del suo lavoro scientifico, contribuisce a tener alta la tradizione degli studi italiani di filologia classica”.

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