Ventotto anni non ancora compiuti, una laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e una carriera appena avviata nel mondo della ricerca farmacologica e con un primo riconoscimento importante. E’, in estrema sintesi, il percorso di studi della dottoressa Alessandra Barbanente, di Mola di Bari, laureata all’Università “Aldo Moro” di Bari il 19 luglio 2017, e in procinto di terminare il dottorando di ricerca iniziato qualche mese dopo la laurea.
La promettente laureata potrebbe ingannare con il dolce viso coronato da una montagna di capelli ricci, in realtà è molto determinata e “sa il fatto suo” in materia di ricerca di farmaci innovativi contro i tumori. E più di qualcuno se n’è accorto. Lo ha dimostrato durante il triennio nel quale si è dedicata attivamente e professionalmente. La tesi per il titolo di dottorato è già pronta. Dovrà essere discussa il mese prossimo. Da qui si aprirà la sua carriera nel mondo della ricerca che, come noto, qui da noi, è costellata da molto precariato, sacrifici e tanto lavoro. Ma chi crede in tutto questo e si dedica al mondo della scienza per il bene dell’umanità, continua per la sua strada, come ha già fatto e sicuramente farà ancora Alessandra Barbanente.
Un primo riconoscimento a questa prima fatica è già arrivato. Ed è quello che le sarà conferito a settembre 2021 dal direttivo della Divisione di Chimica Inorganica della Società Chimica Italiana (Sci) , l’ente istituito nel 1909 come associazione scientifica che riunisce chimici uniti dall’interesse per la materia, dalla volontà di contribuire alla crescita culturale ed economia del nostro Paese, insieme con il miglioramento della qualità della vita dell’uomo e alla tutela dell’ambiente attraverso la promozione dello studio attraverso la ricerca, la divulgazione della conoscenza e la promozione dello studio di questa materia affascinante.
Alla dottoranda in Scienze Chimiche e Molecolari, illustri chimici italiani le consegneranno, nel corso del XXVII congresso nazionale Sci, il Premio per la Migliore Tesi di Dottorato in Chimica Inorganica 2021, nell’ambito della Chimica Bioinorganica. Si tratta di un evento importante che sarà aperto dal premio Nobel per la Chimica 2019, professor Stanley Whittingam, e vedrà interventi di una serie di illustri oratori. Il congresso, per le necessarie restrizioni per la sicurezza sanitaria da pandemia, si svolgerà on line dal 14 al 23 settembre. In una di queste giornate la dottoressa Alessandra Barbanente presenterà la sua tesi con i risultati ottenuti, che discuterà prima a luglio per il dottorato all’Università di Bari, dal titolo “Active and passive targeted delivery of anticancer platinum complexes to bone tumors and metastases” (in italiano “Rilascio mirato attivo e passivo di farmaci complessi anticancro a base di platino per tumori e metastasi ossee”). La dott.ssa Barbanente ha sviluppato matrici di idrossiapatite funzionalizzate con selenio, un elemento di per sé dotato di proprietà antitumorali, sulle quali sono stati assorbiti farmaci antitumorali di platino appositamente preparati per il loading su matrici inorganiche o il targeting di tessuti biologici entrambi ricchi di ioni calcio.
Per capirne di più, l’abbiamo raggiunta telefonicamente. La giovane laureata barese è giunta al termine del triennio del dottorato che l’ha vista partecipare ad un progetto di collaborazione tra Università di Bari-Dipartimento di Chimica sotto la supervisione del prof. Nicola Margiotta, e Università degli Studi di Nijmegen nei Paesi Bassi al Department of Denistry-Regenerative Biomaterals, Radboud University Medical Center “Philips van Leydenlaan” (Dipartimento dedicato ai Biomateriali Rigenerativi per l’Odontoiatria) sotto la supervisione del professor Sander Leewenburgh.
“Qui a Bari – ci racconta – nei laboratori di Chimica Bioinorganica mi sono occupata della sintesi dei farmaci antitumorali a base di platino e della sintesi delle nanoparticelle, invece in Olanda ho testato tutto questo in laboratorio. Scopo dello studio è stato quello di trovare farmaci mirati per il tumore delle ossa e specifici per questo tipo di cancro al fine di evitare tutti gli effetti collaterali che prevede la chemioterapia tradizionale. E questo può avvenire o tramite il rilascio passivo di un farmaco caricandolo su un nanomateriale quale può essere idrossiapatite (il principale costituente minerale, ndr) dell’osso o mediante targeting attivo, ciò significa sintetizzare i farmaci tumorali a base di platino ad hoc che presentino dei leganti uscenti che siano ad alta affinità ossea. Dopo i test in vitro ed alcuni test preliminari in vivo su metastasi ossee e cellule del cancro alla mammella e alla prostata nonché quelle sane dell’osso. Ora dovranno essere ulteriormente approfonditi su altri animali” per poi arrivare a prove sull’uomo prima di poter essere adottati definitivamente come farmaci. L’iter è lungo ma non è da escludere che possa continuare la ricerca e chissà, magari proprio con la dottoressa barese.
Si tratta infatti di una importante innovazione farmacologica che potrebbe regalare una qualità di vita migliore insieme con possibili nuove speranze di cura per i malati di tumore sottoposti a chemioterapia. L’aspirante ricercatrice professionista per ora ha terminato questo percorso che le è valso l’importante riconoscimento della Società Chimica Italiana, tra l’altro non facile visto che nel bando era previsto che se la Commissione non avesse trovato una tesi all’altezza non avrebbe assegnato nessuno dei tre premi messi a disposizione.
Ora resta la speranza, ci confessa, di “vincere un nuovo concorso e di poter continuare il percorso di studi sino ad ora seguiti e diventare ricercatrice a tutti gli effetti”. Consapevole, come tanti giovani laureati, che inizialmente potrà aspirare solo a contratti a progetto e quindi in un lavoro di precariato, è comunque fortemente convinta di volere proseguire la strada iniziata. A noi non resta che augurarle una carriera tutta in salita e con la possibilità, in tempi brevi, di un contratto a tempo indeterminato.
Anna Caiati