Bari, Salernitana e il dilemma multiproprietà: un caso spinoso

Bari e Salernitana: società amiche da sempre, tifoserie ancor di più e unite da un solido gemellaggio da oltre 35 anni. E, dal 2018, accomunate anche da una situazione comune sul piano gestionale. Ossia quello della multiproprietà. le attuali norme vietano espressamente ad un singolo soggetto di essere proprietario o detenere quote in due club distinti, come da recente norma federale approvata per stroncare sul nascere iniziative simili. Un altro esempio di multiproprietà è ad esempio quella del Mantova, accomunata col Verona per effetto della presenza di Maurizio Setti.

IL FATTO. Tutto nasce da quanto accaduto nell’ultimo torneo di Serie B. La Salernitana arriva sorprendentemente seconda in classifica ed il suo co-patron, Lotito, è anche il presidente della Lazio in A. Così da maggio è partita una corsa contro il tempo per consentire la stessa iscrizione del club nella massima serie. Diverse offerte non accettate, acquirenti non ancora trovati e proposta del trust (soggetto terzo, autogestione e vendita al miglior offerente in pura autogestione finanziaria) non approvata dalla Figc. Il tempo stringe, la prossima dead-line è fissata per sabato prossimo: se i campani non si dovessero iscrivere in A, rischierebbero di restare in B o addirittura di ripartire da zero. Esattamente come accaduto nel 2011. E il Bari? Dal luglio 2018 è in mano alla famiglia De Laurentiis, che allo stesso tempo è anche proprietaria del Napoli. Al momento il problema non si pone: i galletti sono in C e sperano di salire in B. Ma cosa accadrebbe nel caso in cui dovessero salire in A? L’interrogativo è più che lecito e quanto accadrà alla Salernitana farà decisamene giurisprudenza. In caso di esito avverso ai campani, anche la stessa presenza dei proprietari della FilmAuro potrebbe rivelarsi un punto di debolezza forte per la rinascita calcistica biancorossa. Non resta che aspettare e seguire il corso degli eventi e incrociare le dita.

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