Nelle ultime elezioni politiche, nel marzo 2018, per un ‘mero errore materiale’ dell’ufficio elettorale presso la corte d’Appello di Bari, non è risultato eletto senatore in Puglia, ma malgrado l’errore sia stato riconosciuto e corretto anche dalla Giunta per le elezioni del Senato, l’ultimo passaggio non arriva ancora perché il provvedimento non viene calendarizzato per l’approvazione in Aula.
Per questa ragione Michele Boccardi, candidato di Forza Italia in Puglia alle ultime politiche, ha denunciato alla Procura di Roma per rifiuto e omissione di atti d’ufficio e abuso di ufficio la presidente del Senato Elisabetta Casellati, accusandola di inerzia perché spetta a lei calendarizzare il provvedimento. In sintesi, secondo quanto denunciato da Boccardi, l’ufficio elettorale “per mero errore materiale”, ha attribuito un solo seggio invece di due a Forza Italia nel collegio plurinominale Puglia 2 e due seggi invece di uno nel plurinominale Puglia 1″. Questo determinava l’elezione della senatrice Anna Carmela Minuto invece di Boccardi.
Un caso analogo a quello di Claudio Lotito, presidente della Lazio, che si è vista preclusa la strada di Palazzo Madama per quello che ha denunciato essere “un errore” che ha favorito Vincenzo Carbone, anche lui candidato di Forza Italia in Campania poi passato a Italia Viva. Dal momento della proclamazione di Minuto, il mancato senatore Boccardi ha avviato un “lungo e tormentato iter amministrativo-parlamentare” fino a che a settembre 2020 la Giunta per le Elezioni accoglieva il ricorso proponendo al Senato l’annullamento della elezione della senatrice Minuto e la proclamazione di Boccardi.
Il provvedimento, però, non è mai stato calendarizzato. Boccardi dice di avere avuto da allora “una innumerevole” serie di rassicurazioni verbali sul fatto che ‘a breve’ sarebbe stata calendarizzata la discussione, seguite solo da “immobilismo”. “Nonostante sia pacifico l’errore materiale – dice nella denuncia – sono passati tre anni e la legislatura volge al termine senza che venga riconosciuto uno tra i più fondamentali diritti costituzionali, con anche un gravissimo danno erariale poiché – afferma – altrettanto pacificamente, lo Stato italiano dovrà praticamente corrispondere le indennità di parlamentare dall’inizio della legislatura, tanto alla Minuto, già dichiarata decaduta dalla giunta, quanto al sottoscritto”.