“Il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Milano è stato perfettamente all’altezza dell’arduo compito ricevuto. Valorizzare finalmente un profondo radicamento familiare, accanto allo straordinario impegno sociale e lavorativo del condannato, mostra quella sensibilità che fa la differenza nella Magistratura di Sorveglianza, ossia quella Magistratura cui è affidato il difficilissimo compito di accompagnare il cittadino condannato nel percorso dell’espiazione del suo debito con lo Stato”.
Ad affermarlo, in un’intervista che uscirà lunedì su ‘L’Opinione’, è il presidente della Camera Penale di Bari Guglielmo Starace, commentando la scarcerazione di Ambrogio Crespi decisa il 23 giugno scorso dal Tribunale di Sorveglianza di Milano che, in seguito alla domanda di grazia, ha accolto la richiesta di differimento della pena.
“I Magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Milano – osserva Starace – si sono resi conto che Ambrogio Crespi non aveva bisogno di essere accompagnato nel suo percorso, anche perché proprio lui aveva già accompagnato, con la sua vita e con le sue opere, tante persone a recuperare una dimensione sociale virtuosa”. Starace, nel marzo scorso, ha anche preso parte alla ‘maratona per Ambrogio Crespi’, che definisce “un’esperienza indimenticabile”. Infine, sull’attesa del pronunciamento del Presidente della Repubblica sulla richiesta di grazia, per Starace incrocia “le dita con l’auspicio” che Mattarella “conceda la grazia ad un condannato che non ha alcun bisogno di essere rieducato”.