Incidente ferroviario del Nord Barese, cinque anni dopo il ricordo in piazza Moro

Era il 12 luglio del 2016 quando, in una torrida mattinata estiva, sulla tratta Corato – Andria si consumava il peggior incidente ferroviario della storia pugliese. Nello scontro frontale tra due treni della Ferrotramviaria, lanciati in direzioni opposte sull’unico binario esistente, perdevano la vita 23 persone e ne rimanevano ferite oltre 50.
A distanza di cinque anni dalla tragedia, questa mattina in piazza Moro a Bari si è rinnovata la commemorazione delle vittime, cui è dedicata una lapide presso la fontana monumentale. Alla cerimonia, che ha previsto la deposizione di una corona di fiori e l’osservanza di un minuto di silenzio alle 11:05 (orario del disastro), hanno partecipato il sindaco di Bari Antonio Decaro, la prefetta Antonella Bellomo e una rappresentanza dei sindaci delle comunità colpite.

«Ogni anno torniamo in questo luogo simbolico, nei pressi della Stazione Centrale, per ricordare le donne e gli uomini che hanno perso la vita nel disastro ferroviario tra Andria e Corato. – ha commentato Decaro – Sono già passati cinque anni, e quelle lamiere accartocciate, la paura e il dolore di quella giornata sono ancora vividi nei ricordi nostri e di chi, in quella tragedia che ha segnato per sempre questa terra, ha perso un amico, un familiare, un collega. Quel giorno studenti, bambini, lavoratori, cittadini, a bordo di un treno, hanno incontrato la morte e da quel giorno niente è stato più lo stesso».

Attribuire la causa dell’incidente al binario singolo è una manifestazione di superficialità che, purtroppo, non si riesce ancora a debellare, al punto da aver innescato una sorta di fobia collettiva. A dire il vero, in Italia e in tutto il mondo si sprecano gli esempi di linee ferroviarie dove la circolazione avviene in piena sicurezza su un solo binario.
La sciagura del Nord Barese è imputabile, piuttosto, al mancato rispetto delle procedure relative al blocco telefonico – un sistema di sicurezza in cui il fattore umano è determinante, a differenza dei più recenti sistemi tecnologici che puntano invece all’automazione. Proseguono, comunque, le indagini della Procura di Trani per accertare le responsabilità dell’accaduto.

Oggi la tratta Corato – Andria è ancora interdetta all’esercizio ferroviario; in compenso, però, i lavori di raddoppio e potenziamento volgono al termine e ci sono importanti cantieri anche sulle tratte adiacenti. Tutte opere progettate e finanziate prima del disastro, è doveroso specificare.
L’entità dell’incidente, sia per la violenta dinamica che per il tragico costo umano, ha comportato inoltre una pesante – e frettolosa – revisione della normativa nazionale in materia di sicurezza ferroviaria, in particolare per quanto attiene le linee secondarie. Da un lato, i nuovi provvedimenti sono riusciti ad abbattere notevolmente i fattori di rischio, nell’attesa che si realizzino i progetti per la messa in sicurezza definitiva; dall’altro, tuttavia, in alcuni casi le prescrizioni imposte hanno intaccato la velocità e l’efficienza dello stesso servizio ferroviario, arrecando non pochi disagi agli utenti (l’esempio delle Ferrovie Sud Est è senza dubbio il più emblematico).

«Oggi sicuramente i livelli di sicurezza si sono innalzati, l’attenzione è massima e le procedure per il trasporto ferroviario sono molto più stringenti, anche in memoria di quel sacrificio di vite umane che non deve essere dimenticato né vanificato. – ha aggiunto Decaro – Alle famiglie delle vittime va il nostro cordoglio, e accanto a loro continueremo a lottare perché giustizia sia fatta e simili tragedie non accadano mai più. Non dobbiamo perdere la speranza di tornare a pensare ai treni e al trasporto ferroviario come un sistema sicuro ed efficiente, proprio come succedeva a me da bambino, figlio di un ferroviere, cresciuto nel sogno e nella convinzione che i treni siano un simbolo di efficienza, velocità, modernità e progresso».

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