L’intreccio è tradizionalmente un’arte sociale. A causa del tempo necessario per intrecciare i capelli, le persone usavano questo tempo per socializzare e raccontare le proprie storie di vita.
In passato la treccia di una donna era vista come un simbolo di onore.
Le sottili trecce attaccate al cuoio capelluto delle donne africane
racchiudevano messaggi di libertà, simbolo di resistenza e lotta contro la sottomissione.
Di fatti progettavano sulle teste le mappe fatte di sentieri e vie di fuga in grado di indicare la strada da perseguire.
Da sempre la treccia simboleggia l’unione e quindi la capacità di includere caratteristiche di ognuno in un disegno collettivo condiviso senza pregiudizi.
In quest’ottica, l’iniziativa “una treccia contro la violenza” si impegna a sensibilizzare la comunità sul tema della violenza contro le donne intrecciando l’esperienza delle donne straniere del progetto SAI – Sistema Accoglienza Integrazione – nell’arte della treccia e l’esperienza delle operatrici del centro antiviolenza Pandora impegnate sul territorio nel contrasto alla violenza.
Durante la serata che si terrà venerdì 23 luglio dalle ore 18.00 presso la Banchina San Domenico, verrà offerta gratuitamente una treccia tra i capelli a tutti/e coloro che vorranno coinvolgersi.