Cartelli errati e segnaletica stradale sbiadita sviliscono il fronte della stazione

La parola italiana treni, al plurale, diventa train, al singolare, in inglese – qualcuno ha dimenticato la “s” per il plurale. Non è un errore commesso da uno studente alle prove Invalsi, ma da qualche adulto ed è sotto gli occhi di tutti coloro – baresi, turisti, visitatori, viaggiatori, pendolari, italiani e stranieri – che si trovano di passaggio in stazione, utilizzano i sottopassi o transitano per via Capruzzi. Non è l’unica imprecisione, ce ne sono altre. E purtroppo sviliscono non poco il nuovo e maestoso fronte della stazione ferroviaria sull’estramurale. Certo un errore potrebbe essere perdonato, capita a chiunque, persino a noi giornalisti. Il problema è che dipende dal tipo di errore e soprattutto dove e in che contesto questo viene commesso ed appare.

Una stazione ferroviaria frequentata quotidianamente da migliaia di passanti, viaggiatori e lavoratori, di sicuro non può permettersi una tale svista perché sotto gli occhi di tutti. Ed è il caso della stazione centrale di Bari ed in particolare il nuovo fronte stazione inaugurato recentemente e dove sono presenti diversi errori da correggere, a nostro giudizio, nel più breve tempo possibile. Insieme con la doppia scritta “Train” accanto a “Treni”, che campeggia su via Capruzzi di fronte al Parco dell’ex caserma Rossani, ci sono altre disattenzioni, sfuggite al controllo di più persone. Manca, ad esempio, su tutti i cartelli di indicazione, accanto alla scritta “Exit” per indicare l’uscita, la traduzione di via (per via Capruzzi) o piazza (per piazza Aldo Moro) sono infatti completamente assenti le parole “street” o “square”. Altra dimenticanza evidente, all’entrata del sottopasso appena aperta al pubblico, è quella del simbolo del bus. C’è la scritta per indicare verso quale direzione recarsi per trovare un taxi o un bus ma manca il simbolo. C’è solo l’icona per il taxi mentre è assente quella del bus e, più a destra è presente quello delle scale per il sottopassaggio, ma non c’è la scritta “stairs”.

C’è poi una parola che, in realtà, riguarda più gli italiani, si tratta di “Polfer”, contrazione di Polizia Ferroviaria, che per molti non è una parola di uso frequente e quindi non immediatamente comprensibile, tradotta giustamente “Police” in inglese. Da oltre un anno, da quando è scoppiata l’emergenza pandemia, su tutti i pavimenti e le zone calpestabili, comprese le banchine ferroviarie, ci sono le frecce per invitare al rispetto del distanziamento fisico con la scritta “Rispetta la distanza sociale” (in realtà già errata in italiano perché con le parole “distanza sociale” si intende la differenza di classi sociali, ndr) che in inglese è diventato “Respect the social distance” mentre sarebbe più corretto “Respect social distancing”.

 

Sorge, a questo punto, spontanea una domanda: possibile che l’azienda o le aziende che le abbiano prodotte non abbiano dei controllori ufficiali così come chi le ha commissionate non abbia, a sua volta, un responsabile che prima di esporre al pubblico tali cartelli possa controllare le scritte ed evitare figuracce e di farle fare ad un’intera città?
L’augurio è che vengano tutte corrette, come è stato fatto per la scritta “Ferrovia Appulo Lucana” stampata con una sola “p” e che sino a qualche giorno fa ha generato non poche ilarità sui social media dopo la pubblicazione della foto diffusa da giovani pendolari.

Ad imbruttire il nuovo fronte di accesso c’è la segnaletica orizzontale già sbiadita dopo solo tre mesi. Se ad aprile, in pieno lockdown, quando fummo i primi a pubblicare le foto del rinnovato tratto stradale, compreso tra via Giulio Petroni e corso Benedetto Croce, con nuovo asfalto e segnaletica verticale e orizzontale, ora dal bianco evidente si è passati ad un grigio scolorito e poco visibile. Stessa cosa per le strisce blu per segnalare il parcheggio a pagamento delle auto e per quelle gialle per i posti riservati ai disabili o per segnalare la fermata dei bus. Ma ciò che più deve preoccupare sono le strisce pedonali, i segnali di spartitraffico, le frecce per indicare le direzioni possibili, perché la poca visibilità potrebbe causare incidenti con pericoli soprattutto per i pedoni. Per quanto sia lodevole l’iniziativa di utilizzare vernice ecosostenibile crediamo che la stessa non possa essere utilizzata in zone ad alto traffico veicolare a meno che non si preveda il continuo rifacimento per garantire che siano sempre presenti e visibili, soprattutto laddove non è stato previsto un semaforo per l’attraversamento (chissà poi perché, ndr) ma solo strisce pedonali.

Anna Caiati

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