Covid, teppisti e discoteche

Con un minimo ritorno alla normalità, succede che non sia soltanto il coronavirus un fenomeno di cui preoccuparsi, ma anche altro. Basti pensare, ad esempio, a quanto avviene nelle discoteche ed in tutti quei locali che generalmente sono presi d’assalto dalla movida. Quanto accaduto al Divineae Follie, sabato scorso, fa rabbrividire per vari motivi: la violenza in sé dell’episodio per futili motivi, perché esso è avvenuto soltanto a poche ore dai funerali di Barletta ma soprattutto perché ancora una volta la barzelletta del ‘ne usciremo migliori’ dalla pandemia ha raccolto il suo ennesimo fiasco.

Il coronavirus è un problema, ma anche la ‘vita reale’ ne porta altri in dote. E che non vanno sottovalutati. Chi non ha mai frequentato una discoteca o locali simili, soprattutto tra i giovani? Questi episodi accadevano purtroppo anche prima: le cronache sono piene di altre situazioni deprecabili. Risse? Frequenti. Controlli? Meno di zero. Il tutto condito da musica a palla, e tanto alcol ma non solo. Non sarà facile ma doveroso ricostruire l’accaduto ed individuare il colpevole: e menomale come è andata, con una tragedia che è stata soltanto sfiorata. Ma al di là di eventuali punizioni esemplari, sarebbe piuttosto utile rafforzare i controlli all’ingresso, come avviene negli stadi: green pass alla mano ok, ma magari anche l’uso di tornelli o metal-detector.

Per uscire da questa situazione servono misure forti. Bisogna aver imparato la lezione dal passato e oggi più che mai la parola sicurezza deve essere la parola d’ordine. Perché se non è di pandemia, attività che hanno sofferto più di altre questo tragico biennio rischiano di ritrovarsi nuovamente in situazioni precarie e scomode. I primi ad essere danneggiati, oltre al ragazzo vittima dell’episodio, sono proprio loro. Non deve essere tutto consentito nel nome del divertimento, perché divertimento questo non è.

DOMENICO BRANDONISIO

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