Il Comune di Bari ha aderito all’associazione “Rete italiana delle Città sane” riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’adesione prevede l’assunzione di impegni, a livello locale, nei confronti dei propri cittadini per migliorare lo stato di salute della propria città: a tal proposito è prevista la condivisione di strumenti e l’elaborazione di politiche e interventi a beneficio della comunità.
La “città sana” promuove e realizza sul territorio azioni e iniziative atte a perseguire obiettivi di tutela della salute pubblica e condizioni ambientali che favoriscano la salute, predispone profili di salute e piani socio-sanitari che integrino i progetti e le scelte programmatiche del Comune con quelle delle aziende sanitarie e degli altri attori del territorio e sostiene e valorizza le esperienze e la progettualità di tutte le risorse presenti sul territorio e, in particolare, dei soggetti pubblici e privati ritenuti significativi per la realizzazione di progetti intersettoriali e di comunità.
La “Rete italiana delle città sane” rientra nella rete europea che riunisce circa 100 città-progetto e circa 30 reti nazionali. Insieme, le città-progetto e le reti nazionali coprono circa 1400 Comuni con l’obiettivo condiviso di coinvolgere i governi locali nell’impegno politico, nel cambiamento istituzionale, nel rafforzamento delle capacità, nella pianificazione e nell’innovazione basate sul partenariato. Tra le azioni e le iniziative previste, città sane in tempi di pandemia: proteggere le comunità e ricostruire meglio; incontri periodici dei coordinatori delle reti nazionali europee al fine di condividere le azioni programmate dall’ufficio regionale europeo, migliorare la comunicazione sulle buone pratiche e corretti stili di vita fra le città aderenti e l’ufficio Europeo delle Città Sane; divulgazione e utilizzo dei fondi e progetti finanziati a livello europeo e delle iniziative riguardanti i temi di salute pubblica; adesione al progetto Covid-19 Italy Vulnerabilities Network, istituto nel maggio 2020 e terminato nel maggio 2021, con lo scopo di valutare quale sia stato l’impatto della Covid-19 sugli anziani, sui vulnerabili e su coloro che vivono in condizioni di povertà in Italia.