Dalla collina al giardino pensile: come ha cambiato fisionomia il futuro parco di Bari Centrale

Sarebbe davvero possibile coprire la ferrovia con una collina artificiale nel centro di Bari? Ne avevamo già parlato l’anno scorso, rispolverando il masterplan con cui l’architetto Massimiliano Fuksas ha vinto il concorso d’idee “Baricentrale” e suggerendo che, per diverse ragioni di natura tecnica ed estetica, l’opera non fosse realizzabile così come mostrata nei render.
Ebbene, a conferma del nostro scetticismo, ora che l’ambizioso progetto è stato finanziato dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) con la denominazione di “Nodo verde”, si scopre che l’idea di partenza è stata pesantemente rimaneggiata dovendo fare i conti con la realtà. Proviamo dunque a ricostruire quanto avvenuto negli ultimi anni, colmando le lacune della comunicazione istituzionale che avrebbe, invece, dovuto tenere costantemente aggiornati i cittadini su un argomento di tale rilevanza.

Ripartiamo dal gennaio 2021, quando il Comune di Bari candida a finanziamento la copertura a verde della Stazione Centrale, nel tratto compreso tra il sottopasso di via Quintino Sella e il ponte di corso Cavour, per un importo stimato di 100 milioni di euro. L’opportunità è offerta dal bando “Qualità dell’abitare”, promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e permetterebbe di realizzare solo un primo stralcio dell’intero masterplan di Fuksas, come spiegato dal sindaco Antonio Decaro.
Nel mese di luglio il «sogno» inizia ad avverarsi, con il “Nodo verde” classificato al quarto posto nella graduatoria nazionale delle opere finanziate. Ai 100 milioni stanziati a favore del Comune, è previsto inoltre che si aggiungano 30-40 milioni a disposizione di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), per effetto di un protocollo d’intesa stipulato precedentemente.

Quello che però viene omesso nei comunicati stampa, nonché nelle dichiarazioni delle figure politiche, è un dettaglio non di poco conto. Infatti, dal concorso d’idee del 2013 al progetto preliminare del 2021, il parco di Bari Centrale ha già subito un profondo mutamento. Evidentemente, in questo lasso di tempo, ci si è resi conto che non sarebbe fattibile la copertura della ferrovia con una collina, perché richiederebbe una riduzione dei binari – a scapito del traffico ferroviario – e perché, in ogni caso, i versanti del rilievo risulterebbero troppo ripidi.
Per rendere il progetto più concreto e candidabile a finanziamento, Fuksas e i suoi collaboratori (riuniti nel “Raggruppamento Baricentrale”) hanno dovuto ridisegnarlo, trasformando la collina posticcia in una più realistica piastra soprelevata. Si tratta, in sostanza, di un enorme solettone in cemento armato sorretto da pilastri e adibito a giardino pensile, al quale si accede tramite percorsi pedonali e ciclabili. Come si evince dalle immagini che abbiamo ottenuto per vie traverse, la piastra presenta anche grandi aperture che permettono il passaggio di aria e luce solare verso i binari e le banchine sottostanti. Nelle sue forme curvilinee, la planimetria del giardino pensile si ispira chiaramente a quella del vicinissimo parco Rossani, progettato non a caso dallo stesso Fuksas.

Se dunque la differenza tra una collina e una “piastra verde forata” è abissale, sia in termini strutturali che in termini estetici, perché ancora oggi le istituzioni continuano a diffondere i render del 2013, ormai palesemente superati? Visto l’impatto dell’opera e l’entità dell’investimento, tutt’altro che trascurabili, non sarebbe forse meglio che i cittadini avessero un’idea chiara e attendibile di quanto si prevede di realizzare?

La storia tuttavia non finisce qui. Nel dicembre 2021 Rfi, che ha esaminato il progetto preliminare di Fuksas in qualità di ente competente, con una nota indirizzata al Comune di Bari esprime parere di «non compatibilità con le attività ferroviarie e con i programmi di sviluppo dell’impianto di Bari Centrale». Il che significa che il progetto, seppur notevolmente revisionato dall’archistar, continua a stridere con le imprescindibili esigenze infrastrutturali della stazione.
Si arriva così ad aprile 2022, quando il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili approva l’elenco definitivo degli interventi finanziati da “Qualità dell’abitare”, con i relativi acconti da erogare, e il Comune di Bari indica Rfi come soggetto attuatore del “Nodo verde”. Dal momento che i fondi stanziati sono ricompresi nel Pnrr, l’opera dovrà essere tassativamente completata entro il 2026, salvo imprevisti o proroghe al momento non preventivabili.

A che punto siamo, allora, in questa vera e propria corsa contro il tempo che potrebbe riservare mille altre insidie?

Nei mesi scorsi, Rfi ha intanto provveduto a modificare ulteriormente il progetto di Fuksas, al fine di superare le criticità segnalate. Per questo arduo compito, la società del Gruppo Fs si è affidata a un raggruppamento di aziende specializzate (Coding S.r.l. – Politecnica Soc. Coop. – Sws Engineering S.p.A.) che ha redatto un nuovo progetto di fattibilità tecnico-economica.
L’intera documentazione è stata poi trasmessa al Ministero della Transizione ecologica, che il 26 luglio ha avviato la valutazione preliminare in merito all’impatto ambientale dell’intervento. Come si può facilmente intuire, si tratta di una procedura potenzialmente lunga e non si possono escludere altri colpi di scena che costringano a riadattare per l’ennesima volta il progetto.

Mentre attendiamo i prossimi sviluppi della vicenda, possiamo dare un’occhiata all’ultima versione del “Nodo verde” proprio sul sito del Ministero, dove è presente una lunga serie di file scaricabili tra cui gli elaborati grafici.

Quello che appare subito evidente è un drastico ridimensionamento del giardino pensile: la piastra infatti parte sempre del ponte di corso Cavour, ma non si spinge più fino al sottopasso di via Quintino Sella, bensì fino alle testate dei binari tronchi ovest. La spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che all’interno dell’area esclusa ricadono numerosi scambi, fondamentali per la funzionalità della stazione, per cui risulterebbe problematico il posizionamento dei pilastri a sostegno della piastra. Oltretutto, il progetto di Fuksas ignorava clamorosamente il nuovo terminal per i bus extraurbani che Grandi Stazioni Rail sta per realizzare proprio in quella zona, a ridosso di via Capruzzi.
Si notano poi differenze nei bordi esterni della piastra, non più squadrati ma sinuosi, e nella distribuzione delle aperture, probabilmente anche in questo caso per ragioni legate all’ubicazione dei pilastri.
Un altro cambiamento radicale riguarda invece la cosiddetta stazione ponte. Fuksas aveva previsto un nuovo grande fabbricato che scavalcasse tutto il fascio di binari, collegando l’edificio storico di piazza Moro con l’edificio moderno inaugurato l’anno scorso su via Capruzzi. Con ogni probabilità la Soprintendenza non avrebbe mai autorizzato una costruzione del genere, per via del suo impatto visivo (e forse strutturale) sul prospetto ottocentesco della stazione. Tant’è vero che, nella revisione del progetto commissionata da Rfi, il fabbricato ponte diventa più contenuto e si sposta sul piazzale ovest, facendo così da limite per il giardino pensile senza interferire con l’edificio storico. Degna di nota è l’idea di una facciata tecnologica, interamente coperta da pannelli led wall, in grado di riprodurre contenuti visivi rivolti sia ai viaggiatori che ai cittadini.

La versione aggiornata del “Nodo verde”, di cui abbiamo sintetizzato solo gli aspetti principali, prevede inoltre una serie di interventi complementari resi possibili dal cospicuo budget complessivo (almeno 130 milioni di euro), tra cui: l’innalzamento di tutte le banchine ferroviarie al livello standard europeo di 55 cm; la realizzazione di una passerella aerea tra Bari Centrale Fs e Bari Centrale Fal; la riqualificazione di piazza Moro, via Caduti di via Fani, parte di via Capruzzi e largo Sorrentino.

Sono trascorsi oltre nove anni dalla presentazione del masterplan di Fuksas, che fin da subito ha suscitato pareri contrastanti per il suo approccio visionario ma poco aderente al contesto reale. Sarebbe interessante – per non dire doveroso – tastare oggi il polso della cittadinanza sugli ultimi sviluppi del progetto, anche se le tempistiche stringenti del Pnrr non incoraggiano di certo un percorso partecipato. D’altro canto, si sta parlando di un’opera destinata a rivoluzionare il cuore nevralgico di Bari e definita a livello nazionale come un «progetto pilota ad alto rendimento», quindi la posta in gioco è davvero alta.

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