“Il Siap, il maggiore sindacato dei poliziotti di base, già nel 2009 in un convegno di polizie internazionale sui temi dell’ordine pubblico, organizzato unitamente all’Associazione Nazionale dei Funzionari di Polizia di Stato (Anfp) a Palazzo Rosso, nella città di Genova
alla presenza del prefetto Cancellieri e delle delegazioni delle polizie canadesi, portoghesi, francesi e spagnole, che parteciparono ai lavori, rivendico” per i poliziotti la dotazione delle bodycam. Ovviamente la richiesta rimase inascoltata e inevasa”. Lo afferma il segretario generale del Siap Giuseppe Tiani in merito al disegno di legge presentato dalla senatrice Ilaria Cucchi in tema di servizi di ordine pubblico.
“Di converso – continua – il discorso in tema di codici identificativi personali e circa le modalità di espletamento dei servizi di polizia utili a garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, a vantaggio delle nostre collettività, è appena il caso di sottolineare come in ossequio a principi democratici inderogabili che prescindano dall’appartenenza ad un colore politico, va precisato che detti servizi di polizia, perché risultino efficaci ed utili alla collettività, sarà determinante il riferimento a moduli operativi che attengano alla responsabilità ed alle prerogative dell’autorità di pubblica sicurezza, nelle sue precise declinazioni sia del livello nazionale che provinciale e locale”.
In tale prospettiva appare determinante far riferimento alle competenze del direttore generale della pubblica sicurezza-capo della polizia – continua Tiani – Inoltre la richiesta del parlamento europeo è una esortazione e non un obbligo proprio perché il tessuto criminale ed eversivo del nostro paese non può essere paragonato a quello dei paesi più avanzati della tradizione europea .
Colgo l”occasione per ribadire considerate le polemiche strumentali che in queste ore stanno attingendo la polizia che per i poliziotti e le poliziotte la libertà e la vita di ogni essere umano non solo vanno rispettati ma rappresentano valori non negoziabili che vanno ben al di là come detto del colore dei governi – aggiunge – La Polizia di Stato e i suoi uomini e donne sono un presidio a tutela delle libertà di tutti i cittadini e dei processi democratici fermo restando che qualsiasi errore od eccesso a fronte di approfonditi accertamenti saranno sanzionati con procedimenti privi però di pregiudizio e preconcette o preconfezionate tesi accusatorie .
Una parte della politica che oggi ha riscoperto il tema della sicurezza democratica come fondamentale e necessario si interroghi sul perché nel tempo ha sempre ritenuto il tema ”distante da se” realizzando una visione limitata delle nostre funzioni e del nostro ruolo nella società scelta scellerata di cui sarà opportuno che si assuma in pieno le proprie responsabilità conclude.