La denuncia di Coldiretti Puglia: a pesare sul costo finale del pane non è l’aumento della materia prima

Un aumento di 13 volte: è quanto avviene nella filiera del pane. Perché se il grano tenero è venduto a circa 32 centesimi, un chilo di pane costa in media 4 euro al chilogrammo. Lo denuncia Coldiretti Puglia che registra «tensioni al ribasso anche per il grano duro per fare pane e pasta».

Per l’associazione a pesare «sul prezzo finale del pane per oltre il 90% sono altri fattori come l’energia, l’affitto degli immobili ed il costo del lavoro piuttosto che la materia prima agricola».

«Una situazione che evidenzia le difficoltà delle aziende agricole costrette a fare i conti – sottolinea l’associazione di categoria – con compensi in calo e alle prese con i problemi causati alle produzioni dalla siccità e dagli sbalzi termici estremi legati ai cambiamenti climatici».

«La produzione di grano deve puntare sull’aggregazione ed essere sostenuta da servizi adeguati scommettendo esclusivamente su varietà pregiate, riconosciute ormai a livello mondiale – fa nota Coldiretti Puglia – Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita anche in Puglia la messa a coltura di oltre 100mila ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che va combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua per aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti».

Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre – afferma la Coldiretti regionale – realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti. Una necessità – conclude la Coldiretti – per ridurre la dipendenza dall’estero da dove oggi arrivano oltre 6 chicchi di grano su 10 consumati in Italia.

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