Il teatro, un’esperienza totale, la grande occasione per l’uomo di poter creare davvero, nel proprio modo, il proprio mondo. È movimento che realizza il desiderio, l’intuizione o il pensiero, l’azione che compie la parola nella scena. Il teatro è vita ed è vivo esso stesso: è possibile solo se in presenza di un pubblico che, mai passivo, ne motiva l’esistenza.
Noi alunni di alcune classi del liceo classico “Quinto Orazio Flacco” di Bari abbiamo vissuto questa grande occasione, conosciuto il suo significato e parte della sua storia partecipando al progetto di formazione del giovane pubblico “Specchio delle mie trame”, promosso dal Teatro Pubblico Pugliese per le Scuole Secondarie di II grado e realizzato a cura della regista Marinella Anaclerio. Il percorso, propedeutico alla visione de I due gemelli veneziani e Il giuocatore di Goldoni, si è svolto in due incontri pomeridiani a scuola, in cui prima l’Anaclerio, poi l’attore Flavio Albanese, hanno delineato la storia della Commedia dell’Arte e del problematico rapporto fra quest’ultima e l’Autore veneziano. Durante le ‘lezioni’ sono stati presentati i vari personaggi tipici della Commedia dell’Arte, come lo sciocco Zanni o il furbo e lussurioso Arlecchino, mostrate le maschere di scena, spiegato il significato dell’opera ‘rivoluzionaria’ di Goldoni contro i limiti che le maschere imponevano agli autori teatrali.
Non sono mancati riferimenti al passato, come a Plauto e alla tragedia attica, e al teatro moderno, quindi, a Dario Fo, a Carmelo Bene, a Strehler e a Visconti, i veri responsabili della nuova dignità riconosciuta a Goldoni e alle sue abilità compositive nel XX secolo.
L’esperienza è culminata nella visione dei due spettacoli al Teatro Piccinni, I due gemelli veneziani per la regia di Valter Malosti e Il giuocatore per la regia di Marinella Anaclerio, a cui abbiamo partecipato attivamente come pubblico consapevole di ciò che, dinanzi a noi, stava prendendo vita.
I due gemelli veneziani è una tragicommedia in cui non si scontrano più delle maschere fisse, secondo i canoni della Commedia dell’arte, ma dei caratteri, che si rivelano e si sviluppano. La storia si gioca sul tema del doppio: viene ripreso l’Amphitruo di Plauto, il cui meccanismo è amplificato al massimo tramite il coinvolgimento di tutti i personaggi. La tragedia si rivela proprio sul finale con l’avvelenamento di Zanetto, necessario per la sopravvivenza del gemello Tonino e la creazione di un nuovo ordine.
La complessità e la profondità dei caratteri goldoniani assumono tratti ancora più maturi ne Il giuocatore, la seconda opera a cui abbiamo assistito, composta nel periodo di decadenza della Commedia dell’Arte, ormai obsoleta per temi, linguaggio e mancanza di un testo scritto per le rappresentazioni. L’argomento che viene sviscerato nel corso dello spettacolo è il gioco d’azzardo, di cui il giovane protagonista Florindo è dipendente. Il tema, attuale negli anni di Goldoni, così come nei nostri, era stato scelto dall’autore per sensibilizzare e presentare il problema al pubblico.
Gli incontri a scuola e le rappresentazioni a teatro, oltre a trattare temi estremamente interessanti, si sono rivelati un’ottima occasione per avvicinarsi ad un mondo che, spesso erroneamente considerato distante ed esclusivo, appartiene a chiunque voglia esprimere e realizzare sé stesso e interpretare la realtà.
Il progetto, che ci ha portato, in conclusione, ad assistere a Il compleanno di Pinter per la regia di Peter Stein (in questi giorni in replica al “Piccinni”), oltre che formativo, è stato coinvolgente ed emozionante, grazie alla visione degli spettacoli della stagione teatrale e alla passione e alla professionalità degli artisti (in questo caso anche insegnanti) Marinella Anaclerio e Flavio Albanese.
Il teatro è libertà e ogni opportunità per scoprirlo è preziosa.
Nicola Dalfino, 4C Cambridge, Liceo Classico “Q. Orazio Flacco” di Bari