C’è carenza di medici di famiglia, nel capoluogo. La situazione si aggrava di anno in anno, con l’andare in pensione dei cosiddetti “medici di famiglia”, ossia i medici di base, primo avamposto -nell’organizzazione delle cure sanitarie- del nostro Paese.
E la conseguenza è un aumento dei cosiddetti codici bianchi, ossia dei cittadini che si rivolgono al Pronto Soccorso perché impossibilitati -per le precarie condizioni economiche- a rivolgersi ai medici privati o a recarsi in farmacia per acquistare i cosiddetti “farmaci da banco” che, in passato, sovente venivano dati dal medico di famiglia (erano i “campioni gratuiti” lasciati loro dalle case farmaceutiche).
E la situazione è destinata ad aggravarsi dal momento che le risorse messe a disposizione dal PNRR sono state utilizzate per completare le procedure per la realizzazione delle case di Comunità, riconvertendo immobili e dotandoli delle necessarie tecnologie….ma poi, ci vuole anche il personale, che quelle strutture e quelle tecnologie, faccia funzionare.
Tenendo sempre a mente che i camici bianchi, intesi come medici, non sono sempre surrogabili, per mansioni, studi e professionalità, da un aumento del personale infermieristico.